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Diciamoci la verità: il maltempo in Valpelline non sorprende più nessuno. Ogni anno, quando le piogge torrenziali si abbattono su questa regione, i danni sembrano inevitabili. È un copione che si ripete, eppure continuiamo a far finta di nulla. L’ultima tempesta ha reso inaccessibile il comune di Bionaz, con una colata detritica dal torrente Varere che ha bloccato la strada regionale.
Ma cosa stiamo realmente facendo per prevenire queste disgrazie? È ora di affrontare la realtà.
Un evento prevedibile
Il sindaco di Bionaz, Valter Nicase, ha rassicurato la popolazione, affermando che nessuna persona o veicolo è coinvolto. Ma chi si preoccupa delle famiglie intrappolate in paese, bloccate da un fenomeno che, come lui stesso ha detto, si manifesta puntualmente? Le colate detritiche non sono eventi casuali, ma il frutto di una gestione del territorio che ha ignorato per troppo tempo i segnali lanciati dalla natura. Le statistiche parlano chiaro: il numero di frane e smottamenti è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, eppure continuiamo a girarci dall’altra parte.
La situazione si complica ulteriormente considerando che anche il torrente Berruard, a Ollomont, ha subito una colata detritica, chiudendo la strada comunale per Glassier. Qui, alcune famiglie di Barliard sono state evacuate. È un segnale inquietante di una vulnerabilità che non possiamo più permetterci di ignorare. Ogni anno i nostri territori vengono messi alla prova, e ogni anno ci troviamo a rimediare a danni che avremmo potuto prevenire. Ma ci fermiamo mai a riflettere sulle cause di tutto ciò?
Una gestione del territorio da rivedere
So che non è popolare dirlo, ma il nostro approccio alla gestione del territorio è obsoleto. I dati mostrano che le infrastrutture non sono state adeguatamente mantenute e che la prevenzione è stata messa da parte in favore di interventi emergenziali. Questa mentalità reattiva non porta a nulla di buono. È come mettere un cerotto su una ferita profonda: non risolve il problema, anzi, lo nasconde. Gli esperti avvertono da anni che è necessario un cambio di paradigma; non possiamo continuare a costruire e riparare senza una visione a lungo termine.
Invece di investire in misure preventive e in una pianificazione sostenibile, ci troviamo a far fronte a emergenze successive. La vera domanda è: quanto tempo ancora continueremo a tollerare questa situazione? I cittadini di Bionaz e Ollomont meritano risposte, non solo rassicurazioni. È giunto il momento di affrontare il problema con serietà e responsabilità, prima che sia troppo tardi. Se non cambiamo approccio, rischiamo di trovarci in un circolo vizioso senza uscita.
Una riflessione necessaria
Il re è nudo, e ve lo dico io: ci stiamo cullando in una falsa sicurezza. Le valanghe di detriti che colpiscono le nostre valli non sono solo un problema locale; sono il riflesso di un sistema più ampio che fatica a mettere in atto soluzioni efficaci. La realtà è meno politically correct: ci troviamo in un paese dove la cura dell’ambiente e la sicurezza dei cittadini passano in secondo piano rispetto ad altri interessi, spesso economici.
La chiusura di strade e l’evacuazione di famiglie non possono diventare la norma. Dobbiamo chiederci come vogliamo affrontare il futuro. La soluzione non è solo riparare i danni, ma prevenire che si verifichino. È tempo di alzare la voce e di chiedere una gestione più responsabile del territorio, non solo per noi stessi, ma per le generazioni che verranno. Non possiamo più rimanere in silenzio mentre il nostro territorio, e le vite delle persone, sono a rischio.
In conclusione, il nostro invito al pensiero critico è semplice: non accontentiamoci di risposte superficiali. Chiediamoci di più, esigiamo di più e soprattutto, non dimentichiamo di guardare oltre il presente. Solo così potremo costruire un futuro migliore per le nostre comunità e proteggere il nostro territorio dalle insidie del maltempo. Il cambiamento inizia da noi, e non possiamo permetterci di aspettare ancora.