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Maurice Kamto escluso: il futuro del Camerun sotto il regime di Biya

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La decisione di escludere Kamto dalle elezioni presidenziali del Camerun potrebbe segnare un punto di non ritorno per la democrazia nel paese.

Diciamoci la verità: il futuro della democrazia in Camerun è appeso a un filo, e l’esclusione di Maurice Kamto dalla corsa elettorale è un chiaro segnale di quanto sia fragile la situazione politica. Mentre il presidente Paul Biya, in carica dal lontano 1982, continua a mantenere il potere, questa manovra sembra un tentativo evidente di soffocare ogni opposizione.

Chi beneficerà di tutto ciò? Sicuramente non il popolo camerunense.

Un’elezione senza opposizione reale

La commissione elettorale camerunense ha deciso di escludere Kamto, l’unico candidato che poteva realmente mettere in discussione Biya, dalla lista dei contendenti per le prossime elezioni. Una scelta che non ha motivazioni chiare e che solleva legittimi interrogativi sulla trasparenza del processo elettorale. Kamto, 71 anni, si era già cimentato in precedenti elezioni, ottenendo il 14% dei voti nel 2018, un risultato significativo che lo aveva posizionato come il principale avversario di Biya. Ma questa volta, il re è nudo, e ve lo dico io: la sua esclusione è un chiaro tentativo di mantenere il controllo su un sistema che ha mostrato segni di deterioramento democratico.

È interessante notare che, nonostante la presentazione di ben 83 nomi per la corsa elettorale, la lista finale non includeva quello di Kamto. Questo solleva ulteriori preoccupazioni per la legittimità delle elezioni, dato che gli unici candidati approvati sono in gran parte alleati di Biya, alcuni dei quali hanno trascorso decenni nel suo cerchio di potere. La realtà è meno politically correct: il sistema è truccato e i risultati sono già scritti.

Le conseguenze di un clima teso

Con l’annuncio della lista dei candidati, le strade di Yaoundé e Douala sono state pattugliate dalle forze di sicurezza, evidenziando un clima di paura e repressione. Il Dipartimento della Sicurezza e della Protezione delle Nazioni Unite aveva già avvertito che tali sviluppi avrebbero potuto scatenare proteste e disordini. E così è stato: la tensione palpabile nel paese potrebbe sfociare in violenze, e il governo sembra preparato a rispondere con la forza.

In un contesto simile, storicamente, le elezioni in Camerun non sono mai state esenti da contestazioni e accuse di frode. Biya, il più anziano capo di stato attualmente in carica, ha saputo gestire il potere con una mano di ferro, ma ciò ha anche portato a profonde divisioni e a un conflitto secessionista nelle province anglofoni del paese, che ha costretto migliaia di persone a fuggire e ha interrotto l’istruzione per molti altri. Quindi, mentre Biya si appresta a presentarsi per un altro mandato, la domanda sorge spontanea: a quale costo per il popolo camerunense?

Riflessioni finali sulla crisi camerunense

La decisione di escludere Kamto non è solo un attacco personale, ma un attacco alla democrazia stessa. La nostra riflessione dovrebbe andare oltre la figura di Kamto e abbracciare la crisi sistemica che il Camerun sta vivendo. Se il futuro della nazione è destinato a rimanere nelle mani di un regime che non tollera la dissentenza, allora il popolo camerunense è di fronte a una realtà inaccettabile.

Invitiamo tutti a guardare oltre le narrazioni ufficiali e a interrogarsi sulla vera natura della democrazia nel paese. La storia ci ha insegnato che ogni regime che si sostiene sulla repressione e sull’esclusione di voci critiche è destinato a vacillare. La vera domanda è: quando e come si manifesterà questa crisi in Camerun?