Dopo il tragico omicidio di Alessandro Venier, si sono avviate le prime pratiche legali per affrontare le conseguenze di questa drammatica vicenda. Tra le questioni più delicate c’è quella riguardante il futuro della sua figlia di soli 6 mesi, rimasta orfana in circostanze così dolorose. Mentre la comunità cerca risposte e giustizia, cresce l’attenzione sul destino della bambina, che ora necessita di tutela e protezione in un momento di profondo dramma.
Omicidio Alessandro Venier, raccolta fondi in Colombia per i nonni della bimba orfana
Mentre il procedimento giudiziario prosegue, nella città costiera di Puerto Colombia, nel nord della Colombia, è stata avviata una raccolta fondi per permettere ai nonni materni della bambina di raggiungere l’Italia. L’obiettivo è sostenere non solo le spese di viaggio, ma anche il soggiorno in Friuli fino alla conclusione dell’iter legale. A tal proposito, il sindaco di Gemona, Roberto Revelant, ha assicurato che il Comune non resterà indifferente e offrirà un aiuto concreto ai nonni in arrivo dal Sud America.
Nel frattempo, sul fronte delle indagini, gli investigatori del Reparto investigazioni scientifiche dell’Arma di Udine hanno effettuato un nuovo sopralluogo nella villetta dove è avvenuto il delitto, per cercare ulteriori conferme rispetto alla confessione rilasciata dalla madre di Alessandro Venier.
Omicidio Alessandro Venier, avviate le pratiche: cosa succede alla figlia di 6 mesi
Il Tribunale dei Minori di Trieste ha avviato un procedimento volto a valutare l’idoneità della famiglia materna allargata a prendersi cura della figlia di sei mesi di Mailyn Castro Monsalvo e Alessandro Venier. La decisione è stata comunicata dall’avvocata Federica Tosel, legale che assiste la donna colombiana, accusata di aver ucciso il compagno nella loro abitazione di Gemona del Friuli, insieme alla suocera Lorena Venier, che in seguito ha smembrato il corpo.
Nel corso dell’iter, il Tribunale ha richiesto al Consolato colombiano in Italia di raccogliere tutte le informazioni necessarie riguardanti la famiglia materna della bambina, che nel frattempo è stata affidata ai servizi sociali e sistemata in una casa-famiglia.
La madre della piccola, attualmente detenuta in un istituto a custodia attenuata per madri a Venezia e affetta da depressione post-partum, aveva espresso tramite videocollegamento con il Tribunale il desiderio che la figlia venisse affidata alla nonna in Colombia. Richiesta sostenuta anche dai nonni colombiani, che hanno avviato le pratiche necessarie nel loro Paese con il supporto degli avvocati Tosel e Katia Ariis.