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Il ritrovamento del corpo e le prime indagini
Il ritrovamento del corpo di Alessandro Coatti, un biologo italiano, ha scosso l’opinione pubblica. Il suo corpo, fatto a pezzi e rinvenuto all’interno di una valigia, è stato trovato lungo un sentiero nei pressi di Santa Marta, dove era giunto in vacanza. La polizia ha identificato il corpo grazie a un braccialetto dell’ostello in cui alloggiava, confermando l’identità tramite l’ambasciata italiana a Bogotà.
Questo tragico evento ha sollevato interrogativi sul movente dell’omicidio e sulle circostanze che hanno portato a tale violenza.
La testimonianza dello zio e le sue preoccupazioni
Giovanni Coatti, lo zio della vittima, ha rilasciato un’intervista a “Pomeriggio Cinque”, dove ha descritto il nipote come una persona con grandi aspirazioni, desideroso di fare il missionario e il volontario in Colombia. Tuttavia, ha espresso le sue riserve riguardo a questa scelta, sottolineando che si trattava di zone pericolose. Nonostante ciò, Alessandro era sicuro di sé e determinato a perseguire i suoi sogni. La testimonianza dello zio mette in luce il contrasto tra le aspirazioni di un giovane ricercatore e la dura realtà di un paese segnato dalla violenza.
Le indagini e le ipotesi sul movente
Il comandante della polizia metropolitana di Santa Marta ha dichiarato che Alessandro non aveva precedenti penali e non aveva ricevuto minacce. Questo ha portato a ipotizzare che l’omicidio possa essere legato a una ritorsione politica. Giovanni Coatti ha suggerito che il suo nipote potrebbe essere stato vittima di un gruppo colombiano in cerca di vendetta contro il governo, colpendo turisti innocenti come forma di ricatto. Questa teoria è supportata da un aumento della violenza nella regione, con tredici omicidi simili avvenuti in tempi recenti. La polizia continua a indagare, ma il mistero rimane fitto, lasciando la famiglia e l’opinione pubblica in attesa di risposte.