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Il provvedimento del sindaco
Il sindaco di Palma Campania, Nello Donnarumma, ha recentemente firmato l’ordinanza n. 105, un provvedimento che mira a combattere le “molestie olfattive” nel territorio comunale. Questa iniziativa prevede sanzioni che possono arrivare fino a 500 euro per le attività commerciali, i laboratori e le abitazioni che emettono odori considerati molesti, in particolare quelli derivanti dalla preparazione e cottura di cibi.
Donnarumma ha giustificato la misura come necessaria per tutelare la salute pubblica e la vivibilità urbana, sottolineando l’urgenza di affrontare un fenomeno che potrebbe trasformarsi in un’emergenza.
Le reazioni della comunità
Nonostante le buone intenzioni dichiarate, l’ordinanza ha suscitato un acceso dibattito, in particolare per il suo apparente indirizzamento verso la comunità bengalese di Palma Campania, composta da circa 2.000 persone. Negli ultimi anni, i ristoranti e i negozi di alimentari aperti da cittadini del Bangladesh hanno arricchito la diversità culturale della zona, ma l’uso intensivo di spezie ha portato a lamentele da parte di alcuni residenti. L’assessore all’immigrazione, Giuseppe Ferrante, ha fatto sapere che si sta valutando l’uso di misuratori olfattometrici, ma ha anche ricordato che le autorità possono agire in base a evidenze oggettive, senza necessità di strumenti specifici.
Le polemiche non si limitano alla comunità bengalese. L’ordinanza solleva interrogativi legali e sociali, bilanciando il diritto alla salute e alla vivibilità con il rischio di discriminazione. Organizzazioni per i diritti civili stanno valutando azioni legali contro il provvedimento, considerato da alcuni come un atto di “caccia al bengalese”. In Italia, le molestie olfattive non sono sempre regolamentate da leggi specifiche, ma possono rientrare nell’articolo 844 del Codice Civile, che tratta delle immissioni intollerabili. La giurisprudenza ha già riconosciuto la possibilità di intervenire contro ristoranti o cucine etniche che generano odori persistenti, ma la mancanza di una soglia numerica precisa rende la situazione complessa.
Il contesto normativo
Il misuratore olfattometrico, strumento tecnico per quantificare gli odori, è utilizzato principalmente in ambito industriale e ambientale. Tuttavia, diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno stabilito che è legittimo intervenire anche senza strumenti di misurazione, purché ci siano riscontri oggettivi. Questo orientamento rafforza l’efficacia delle ordinanze comunali, ma pone interrogativi sulla soggettività della percezione degli odori e sul loro impatto sulla salute. Mentre l’inquinamento atmosferico è misurato da centraline ARPA, le molestie olfattive rimangono un tema delicato e controverso.
Provvedimenti simili in altre città
Negli ultimi anni, altre amministrazioni locali hanno adottato misure simili a quella di Palma Campania. A Firenze e Verona, per esempio, sono state emesse ordinanze per limitare l’apertura di nuovi ristoranti etnici nei centri storici, giustificate dalla necessità di tutelare il decoro urbano. Queste iniziative hanno sollevato polemiche per il rischio di discriminazione culturale, evidenziando una tendenza che potrebbe minacciare la diversità e l’inclusione nelle comunità italiane.