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Poveri ma Belli, Intervista a Emy Bergamo

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Ho avuto il piacere di poter intervistare oggi pomeriggio Emy Bergamo, la protagonista del Musical Poveri ma belli che andrà in scena al Teatro degli Arcimboldi dal 22 al 3 GENNAIO e poi successivamente a Gennaio dal 14 al 17 Intervista telefonica a Emy Bergamo Una prima domanda classica e di rit...

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Ho avuto il piacere di poter intervistare oggi pomeriggio Emy Bergamo, la protagonista del Musical Poveri ma belli che andrà in scena al Teatro degli Arcimboldi dal 22 al 3 GENNAIO e poi successivamente a Gennaio dal 14 al 17

Intervista telefonica a Emy Bergamo

  • Una prima domanda classica e di rito, come è stato lavorare con un personaggio eclettico come Massimo Ranieri?

Massimo è un grandissimo showman, una persona che dà molto sul palco, non si tira indietro su nulla e ci mette veramente tutto sé stesso. Per me questo è stato fondamentale e ho una grande stima per lui. I suoi consigli e le sue direttive per me sono state legge e ho cercato di trasmettergli tutto il mio impegno, il mio interesse e la fiducia nei suoi confronti. Massimo però in quel momento è stato un regista e non uno showman, indossava un’ altra veste e mi ha insegnato l’ “ABC” del teatro. Come regista ha preteso tanto e in alcuni momenti è stato anche molto severo, ma per me è stato più giusto così. In questo modo è riuscito a tirare fuori delle caratteristiche e delle capacità che non pensavo di possedere. Mi ha dato tutto e che dire: una bellissima esperienza

  • Nelle due stagioni proposte lei ha subito un cambio di personaggio: prima interpretava il ruolo di Marisa e invece ora riveste i panni della protagonista Giovanna. Quali sono le differenze e le difficoltà che ha riscontrato nell’ interpretazione dei due ruoli?

Il ruolo della protagonista non è stato facile. Io ho avuto Bianca Guaccero, nei panni di Giovanna, nell’orecchio per sei mesi e quindi l’intonazione, l’ interpretazione, ogni cosa mi riportava a lei. Ho saputo che avrei preso il suo posto solo il giorno prima di partire per le prove; quindi ho avuto solo dieci giorni per preparare un personaggio che è presente per il 90% dello spettacolo. Per me è stata una grande responsabilità: ho dovuto ricostruire Giovanna su di me e, a dir la verità, i problemi non sono stati pochi. Però grazie alla stima, all’affetto e al sostegno che i colleghi hanno dimostrato nei miei confronti mi ha permesso di far debuttare questa nuova Giovanna. Quest’ anno non è più “Bianca Guaccero in… ” ma è “ Poveri ma Belli ”, un gruppo in cui nessuno è protagonista e nessuno vale più dell’altro. Abbiamo rischiato di non ripartire con lo spettacolo e invece con la tenacia e la grinta giusta questo team ce l’ha fatta. Ad essere sincera alcune volte ho pensato di mollare tutto e invece ho stretto i denti e mi sono impegnata al massimo: è stata una soddisfazione!

  • In quale personaggio ritrova di più sé stessa?

Sicuramente in Giovanna, ma non perché è la protagonista! La mia fisicità, il mio modo di parlare, di esprimermi e di gesticolare si avvicinano di più ad una figura femminile come quella di Giovanna e non di Marisa. La difficoltà principale che ho riscontrato l’anno scorso era quella di dover interpretare il ruolo di una ragazzina di sedici anni e, sinceramente secondo me, non credo che il risultato sia stato eccellente. Anche i miei colleghi hanno avuto la stessa impressione rivelandomi che secondo loro questo ruolo è più adatto a me.

  • Cinema, televisione e teatro, così come il musical anche lei può affermare di aver vissuto un passaggio simile? Quali sensazioni, differenze o difficoltà ha ritrovato?

Io sono “nata” con Oreste Lionello al Salone Margherita debuttando a 19 anni. Lui per me è stato un grande insegnante di recitazione ma anche di vita. Il mio percorso ha visto l’esperienza al bagaglino, insieme ad Aida Ayespica, sono stata la prima donna con Pino Insegno in Vieni avanti cretino per la regia di Pierfrancesco Pingitore. Al cinema invece ho avuto solo una piccola parte al cinema con L’allenatore nel pallone2 . Però non posso dire di aver vissuto un vero e proprio cambiamento dalla tv al teatro poiché lavorando per il bagaglino o nei varietà la struttura era sempre quella tipica del teatro. Non mi ha terrorizzato il passaggio. L’unica differenza è stata che da soubrette bionda, molto appariscente e con vestiti luccicanti mi sono trovata a ricoprire un’immagine completamente diversa. Ho scoperto una nuova Emy, la quale non è solo una figura femminile da mostrare ma è anche una cantante, un’ attrice e una ballerina che ha molto di più da esibire sul palco.

  • Tra il teatro e la televisione quale realtà l’ affascina e la stimola di più?

Avendo lavorato sempre nei teatri, anche quando in realtà si trattava di spettacoli televisivi, non saprei dire quale realtà mi coinvolge maggiormente. Io vorrei solo cantare, recitare e ballare cercando di portare tutto questo nella televisione italiana alla quale manca la figura di una vera e propria showgirl. Ciò che conta ormai è solo la bellezza e non la bravura e il talento. Non apprezzo l’ immagine e l’idea di donna che si sta diffondendo nella nostra cultura e tutto ciò mi ferisce.

  • I protagonisti del musical si trovano a vivere in un contesto italiano molto particolare: spensierato, intraprendente, romantico e per molti tratti completamente differente dalla nostra realtà attuale. Lei crede che i valori trasmessi dai protagonisti di questo musical si possano riscontrare anche nella realtà quotidiana o dobbiamo affermare che sono principi che appartengono ad un’ Italia ormai lontana?

Purtroppo io credo che questi valori siano ormai molto distanti e il motivo risiede nella struttura moderna della nostra società. Al giorno d’oggi anche una semplice battuta è subito interpretata con malizia e non c’è più quella leggerezza che invece fa da contorno all’ Italia del nostro spettacolo. I giovani moderni sono sempre alla ricerca di qualcosa e non si accontentano più di nulla e anche i bambini stanno perdendo la loro fantasia e la loro ingenuità. L’ Italia degli anni Cinquanta è ormai lontana e io mi considero fortunata a vivere tramite questo musical ogni sera quella realtà, anche se solo per finzione

  • Dopo questa seconda replica nei vari teatri italiani quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ho qualche proposta Mediaset riguardo a delle fiction ma non mi sto ancora dedicando molto alle nuove proposte. Nella mia mente ora c’è la voglia di vivere a pieno questo momento e di affrontare con grinta l’ esperienza milanese, poi chissà. Pensa che terminati gli studi classici volevo fare la poliziotta perché ero stata presa a scienze delle investigazioni all’ Aquila e invece il destino ha voluto che facessi quel provino con Oreste e la mia vita ha intrapreso un’ altra strada. Ovvio, io mi auguro il successo, ma non quello fatto solo di autografi e complimenti. Io vorrei portare avanti progetti che comunichino qualcosa al pubblico e che arricchiscano positivamente la televisione italiana e di conseguenza la nostra cultura.

  • Un’ ultima domanda, o meglio una curiosità da donna a donna: tra i due protagonisti maschili lei personalmente chi avrebbe scelto?

Tra i protagonisti maschili avrei scelto Salvatore! (ride)