Una ricerca condotta da BTS e Zeb Consulting, su un campione di 10.000 investitori in 13 Paesi europei diversi, mostra un’accelerazione nell’adozione delle criptovalute. Si tratta di un’evoluzione alimentata da un quadro normativo più definito, e da una crescente partecipazione sia del pubblico retail sia degli investitori professionali. Il totale degli asset liquidi disponibili nel mercato europeo ammonta oggi a 25.000 miliardi di euro, e gli investitori attivi – tra istituzionali e privati – sono 411 milioni.
I dati principali sul mercato crypto 2025
Il dato che emerge con maggior evidenza riguarda la diffusione effettiva delle criptovalute tra i risparmiatori. Attualmente, un investitore su 7 nel settore retail possiede almeno una criptovaluta. Il 12% ha dichiarato, inoltre, di avere intenzione di acquistare le valute digitali nei prossimi mesi. Questo dato fa intendere che l’interesse non si limiti ad una fase sperimentale, ma si stia evolvendo in un movimento più strutturato. A rafforzare questa tendenza è l’ingresso degli investitori ad alto patrimonio: stando allo studio di BTS e Zeb Consulting, il 50% di essi ha già investito in criptovalute o prevede di farlo a breve.
Una delle ragioni principali che spingono verso l’acquisto delle criptovalute riguarda la strategia di diversificazione. Il 43% degli investitori intervistati afferma di utilizzarle per distribuire meglio il proprio portafoglio, e per puntare su una crescita a lungo termine. Inoltre, il 33% considera le criptovalute come una categoria d’investimento autonoma, dotata di una certa stabilità e di caratteristiche proprie. Sale dunque l’interesse verso le opzioni alternative al Bitcoin, con gli investitori che valutano costantemente la possibilità di comprare Shiba Inu o altre criptomonete, dagli Ethereum fino ad arrivare agli XRP. In sintesi, i dati indicano che il mercato è più maturo rispetto al recente passato.
Dalle normative ai dubbi sulle crypto
L’ascesa delle criptovalute nel 2025, come anticipato, risulta collegata anche ad un contesto normativo più favorevole. L’introduzione del regolamento MiCAR, infatti, rappresenta il primo quadro normativo unificato per l’intero mercato europeo delle criptovalute. Questo intervento ha fornito maggiore chiarezza agli operatori, e ha ridotto l’incertezza regolatoria: in sintesi, ha incoraggiato le istituzioni finanziarie e gli investitori ad agire con maggiore coraggio. L’effetto positivo del MiCAR è stato immediato anche sul sentiment generale, in quanto ha migliorato la percezione delle criptovalute intese come strumenti d’investimento.
Nonostante i segnali di crescita, rimangono ancora oggi ancora alcune barriere. Il 47% degli intervistati ammette di avere delle conoscenze limitate sul funzionamento delle criptovalute, e sulle tecnologie sottostanti. Inoltre, il 42% ritiene che queste ultime siano ancora troppo rischiose per poter rappresentare una parte stabile del proprio portafoglio. Questi numeri indicano che, sebbene l’interesse sia in chiaro aumento, il settore ha bisogno di ulteriori strumenti di informazione, trasparenza e alfabetizzazione finanziaria per consolidare la fiducia del pubblico.
Infine, il report di BTS e Zeb Consulting sottolinea anche un altro fatto interessante: al momento il Regno Unito, la Germania e la Francia sono i Paesi leader per volumi d’investimento in criptovalute. Con alcuni “outsider” che avanzano velocemente, come nel caso della Polonia.