Roma, 22 ott. (Adnkronos) – “Oggi difendere Sigfrido Ranucci significa difendere la Costituzione e la libertà di stampa, perché un ordigno esploso contro un giornalista non è solo un atto di violenza: è un messaggio di paura rivolto a tutti noi. È un avvertimento contro chi osa raccontare i fatti, indagare, cercare la verità. E quando la verità e chi la racconta diventano un bersaglio è la democrazia stessa a essere sotto tiro.
Da anni assistiamo a una campagna sistematica di discredito contro chi fa informazione libera". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia intervenuto nel dibattito sull’informativa del ministro Piantedosi.
"Non si possono chiamare 'pennivendoli' i giornalisti. E soprattutto non lo possono fare i rappresentanti delle istituzioni. E purtroppo è accaduto anche nelle aule parlamentari. E non si deve avere paura delle domande: chi teme le domande, chi rifiuta il confronto, indebolisce la democrazia. Quando il potere teme la critica, la democrazia comincia a tacere. Quando il potere paragona l’opposizione democratica al terrorismo e criminalizza manifestazioni pacifiche e popolari, sta imboccando una strada pericolosa: quella dove il dissenso non è più un diritto, ma un bersaglio. Ci sono 176 denunce contro un solo giornalista: chi le ha fatte?".
"Forse è il caso di discutere delle querele temerarie che non cercano giustizia, cercano silenzio. Ogni querela bavaglio è un proiettile legale sparato contro la libertà di tutti. Chi le usa, abusa del proprio potere. E chi rappresenta le istituzioni non dovrebbe usarle. Per questo penso che vadano ritirate tutte le querele e approviamo insieme, dando un segnale di unità al paese, le proposte di legge depositate a inizio legislatura contro le azioni legali temerarie. Il pluralismo non è un lusso. È la condizione stessa della democrazia, il giornalismo non è un fastidio per il potere: è un dovere civile. È il cane da guardia della democrazia, la sentinella che veglia sulle nostre libertà. Come ricordava Walter Lippmann: ‘La libertà di stampa è la libertà di dire ciò che gli altri non vogliono sentirsi dire’. Ecco, Sigfrido Ranucci ha fatto questo. La stampa libera è la prima linea di difesa contro ogni deriva autoritaria”.