> > Roma, emergenza ambientale dopo l’esplosione: l’Arpa conferma criticità

Roma, emergenza ambientale dopo l’esplosione: l’Arpa conferma criticità

esplosione roma

Aria a rischio a Roma dopo l’esplosione, l’Arpa Lazio rileva sostanze preoccupanti. Ecco cosa sta succedendo.

Un’esplosione improvvisa ha scosso un deposito di gas e carburante alla periferia di Roma, sollevando non solo una densa nube ma anche gravi preoccupazioni ambientali. I rilievi condotti da Arpa Lazio nelle ore successive all’incendio hanno rilevato una sostanza altamente tossica. Le autorità monitorano la situazione.

Roma, 45 feriti dopo l’esplosione: due ricoverati in gravi condizioni

Sono 45 le persone rimaste ferite a seguito dell’esplosione. Tra queste, due pazienti in condizioni gravi risultano ancora ricoverati presso il reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Secondo quanto riportato nel bollettino diffuso dalla Asl Roma 2, entrambi sono sedati e sottoposti a ventilazione meccanica assistita. Il loro quadro clinico resta stabile nella sua gravità e il monitoraggio da parte dell’équipe multidisciplinare prosegue in modo continuativo.

Uno dei due pazienti gravi, con ustioni di terzo grado sul 55% del corpo, ha già ricevuto un primo trattamento di escarolisi enzimatica, una procedura che rimuove il tessuto necrotico tramite enzimi selettivi ed è il primo passo di un percorso terapeutico complesso. La prognosi resta riservata.

Nelle ultime ore è stato trasferito nello stesso reparto un terzo paziente, un uomo dall’ospedale San Giovanni, con ustioni di terzo grado sul 10% del corpo, localizzate a un arto superiore. Le sue condizioni sarebbero buone: è cosciente, vigile e non necessita di ventilazione meccanica.

Roma, paura dopo l’esplosione nel distributore Gpl: l’Arpa lancia l’allarme

L’esplosione avvenuta venerdì in un deposito di gas e carburante a Roma, durante la fase di scarico del Gpl, ha effettivamente generato diossina. È quanto emerge dalle analisi dell’Arpa Lazio, secondo cui i campionamenti dell’aria effettuati nella zona hanno rilevato una concentrazione di diossine-Teq pari a 1 picogrammo per metro cubo (pg/m³), un valore nettamente superiore alla soglia di 0,3 pg/m³ che, come spiegato dall’agenzia, indica la presenza di una fonte di emissione localizzata. Tale dato conferma che l’incendio sviluppatosi in seguito alla deflagrazione ha prodotto questa sostanza altamente tossica.

A contenere le conseguenze ambientali più gravi, secondo quanto riferito dalla Protezione Civile del Campidoglio, è stato il tempestivo intervento dei vigili del fuoco, la cui rapidità nello spegnere le fiamme ha ridotto la quantità di diossina dispersa nell’atmosfera. La nota sottolinea come sia noto che la durata e l’intensità di un incendio siano fattori determinanti nella diffusione di queste sostanze nocive: più a lungo brucia un materiale e più alte sono le temperature raggiunte, maggiore è il rilascio di diossine.

In merito alla situazione sanitaria, la Protezione Civile ha precisato che le valutazioni di competenza spettano alla Asl, ma ha comunque evidenziato come i dati rilevati nelle prime 24 ore, considerate le più critiche in termini di tossicità dell’aria, suggeriscano di aver evitato conseguenze peggiori.