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Russia abbandona il moratorio sui missili: nuove tensioni con la NATO

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La Russia ha annunciato la fine del moratorio sui missili, segnando un punto di svolta nelle relazioni con la NATO.

FLASH – La Russia ha ufficialmente dichiarato di non essere più vincolata da un moratorio riguardante il dispiegamento di missili a medio e corto raggio. Questa mossa, comunicata dal Ministero degli Esteri russo, rappresenta un chiaro segnale di escalation nelle tensioni con l’Occidente, in particolare nei confronti della NATO. L’ex presidente Dmitry Medvedev ha accusato gli alleati occidentali di essere la causa di questa scelta, avvertendo che Mosca si prepara a prendere ulteriori provvedimenti in risposta.

Il contesto della decisione russa

In un comunicato rilasciato lunedì, il Ministero degli Esteri russo ha spiegato che la situazione attuale in Europa e nell’Asia-Pacifico ha reso necessario un riesame della moratoria. “Poiché la situazione si sta sviluppando verso il dispiegamento effettivo di missili a medio e corto raggio fabbricati negli Stati Uniti in Europa e nell’Asia-Pacifico, le condizioni per mantenere un moratorio unilaterale sono venute meno”, ha dichiarato il ministero. Ma cosa significa davvero questo per la sicurezza globale? La preoccupazione cresce in un contesto di espansione della presenza militare americana vicino ai confini russi.

Medvedev, attuale vice capo del Consiglio di Sicurezza della Russia, ha utilizzato i social media per esprimere il suo disappunto riguardo alla politica della NATO. “La dichiarazione del Ministero degli Esteri russo è il risultato della politica anti-russa dei paesi NATO”, ha scritto. “Questa è una nuova realtà con cui tutti i nostri avversari dovranno fare i conti. Aspettatevi ulteriori passi.” Tuttavia, ha evitato di chiarire quali potrebbero essere queste azioni.

Reazioni internazionali

La risposta degli Stati Uniti non si è fatta attendere. La scorsa settimana, il presidente Trump ha affermato di aver ordinato il riposizionamento di due sottomarini nucleari americani “nelle regioni appropriate” in risposta alle dichiarazioni di Medvedev sul rischio di conflitto tra Washington e Mosca. I rapporti tra le due nazioni si stanno intensificando, con entrambe le parti che cercano di affermare la propria posizione in questo clima di crescente sfida militare.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha minimizzato le affermazioni di Trump, sostenendo che i sottomarini americani sono già in servizio di combattimento. Ha inoltre ribadito che la Russia non intende entrare in una pubblica contesa con il presidente statunitense, sottolineando l’importanza di mantenere una certa cautela nella retorica nucleare. Ma come si tradurrà tutto ciò in azioni concrete sul campo?

Storia del moratorio e implicazioni future

Il moratorio sui missili a medio e corto raggio era stato stabilito in un contesto di dialogo tra le superpotenze, culminando nel trattato INF firmato nel 1987 tra il leader sovietico Mikhail Gorbachev e il presidente statunitense Ronald Reagan. Questo accordo aveva portato all’eliminazione di una categoria di missili, ma la sua rottura da parte degli Stati Uniti nel 2019 ha riaperto il dibattito. All’inizio, Mosca aveva rispettato la promessa di non dispiegare tali armi, a patto che anche Washington seguisse la stessa linea.

Ora, con la fine ufficiale del moratorio, le possibilità di una nuova corsa agli armamenti sembrano aumentare. L’ex Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha già avvertito che la Russia potrebbe dover rispondere alle provocazioni della NATO, affermando che il moratorio non è più “praticamente sostenibile” e dovrà essere abbandonato. In un momento delicato come questo, con Trump che minaccia nuove sanzioni contro la Russia e i suoi partner commerciali, la situazione rimane tesa. Putin, da parte sua, continua a insistere su un progresso positivo nei colloqui di pace, mentre Mosca mantiene una posizione ferma nella guerra contro l’Ucraina. E tu, cosa ne pensi? La situazione è destinata a migliorare o siamo solo all’inizio di un periodo di maggiore instabilità?