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Smentita di Claudia Sheinbaum su iniziative contro il traffico di droga

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Claudia Sheinbaum smentisce le notizie di un'alleanza con gli Stati Uniti per combattere il traffico di droga, chiarendo la posizione del Messico.

Il presidente messicano Claudia Sheinbaum ha messo fine a ogni speculazione: non ci sarà alcuna collaborazione con gli Stati Uniti per una nuova iniziativa contro il traffico di droga. Durante una conferenza stampa tenutasi martedì mattina, ha risposto direttamente alle affermazioni della DEA (Drug Enforcement Administration), che aveva recentemente presentato un progetto chiamato “Project Portero”.

Questa iniziativa era vista come un passo importante per rafforzare la cooperazione tra i due paesi, ma Sheinbaum ha fatto chiarezza. Cosa ha detto esattamente?

Dettagli su Project Portero e la risposta di Sheinbaum

Project Portero è stato lanciato dalla DEA come operazione di punta per combattere i corridoi di contrabbando lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. Secondo le informazioni fornite dalla DEA, l’iniziativa prevede programmi di formazione e collaborazione tra investigatori messicani e funzionari americani, mirati all’identificazione di obiettivi comuni. Eppure, Sheinbaum ha chiarito: “Non esiste alcun accordo con la DEA. Non abbiamo raggiunto intese, né le istituzioni di sicurezza messicane hanno stipulato accordi con loro.”Ma come viene percepita questa posizione in Messico?

Durante la conferenza, Sheinbaum ha posto l’accento sulla necessità di seguire protocolli stabiliti per le comunicazioni congiunte. Ha precisato che l’unico coinvolgimento messicano con la DEA è limitato a un piccolo gruppo di agenti di polizia che hanno partecipato a un workshop in Texas. “Questo è tutto ciò che abbiamo”, ha affermato, sottolineando il desiderio di mantenere la sovranità del Messico.

Le pressioni di Trump e la questione della sicurezza al confine

La situazione tra Messico e Stati Uniti è ulteriormente complicata dalle pressioni esercitate dal presidente americano Donald Trump. Quest’ultimo ha sollecitato più volte il governo messicano a fermare il flusso di immigrati e sostanze stupefacenti. Non ha esitato a utilizzare minacce di dazi doganali come strumento di pressione, mantenendo le tariffe sui prodotti messicani al 25%, etichettate come “dazi sul fentanile”. Ma come reagisce il Messico a tali minacce?

Nonostante le tensioni, Sheinbaum ha affermato che il suo governo sta lavorando attivamente con l’amministrazione Trump per stabilire un accordo di sicurezza al confine, basato su un riconoscimento reciproco della sovranità e su una coordinazione rispettosa. Questo approccio rappresenta una risposta strategica alle politiche aggressive dell’amministrazione Trump, cercando di trovare un equilibrio tra le esigenze di sicurezza e il rispetto dell’autonomia nazionale.

Implicazioni per il futuro della cooperazione bilaterale

Un altro punto cruciale sollevato da Sheinbaum riguarda le preoccupazioni su possibili interventi militari statunitensi in Messico. “Non ci sarà alcuna invasione del Messico”, ha dichiarato con fermezza. Ha sottolineato che ogni azione non autorizzata sarebbe considerata una violazione della sovranità messicana. Tuttavia, la situazione è resa ancora più complicata dalle avvertenze del Dipartimento di Stato americano riguardo a potenziali attività terroristiche in 30 dei 32 stati del Messico. Quali potrebbero essere le conseguenze di tali designazioni?

Critici temono che la classificazione di gruppi criminali latinoamericani come “organizzazioni terroristiche straniere” possa portare a misure più aggressive, incluso l’uso della forza militare. In questo contesto, la posizione di Sheinbaum emerge come quella di un leader che cerca di mantenere una linea di comunicazione aperta con gli Stati Uniti, mentre affronta sfide interne e pressioni esterne. La cooperazione bilaterale, quindi, si trova a un bivio, e il futuro dipenderà dalla capacità di entrambi i paesi di trovare un terreno comune.