> > Strage di Bologna, condanna definitiva per Paolo Bellini: la Cassazione chiud...

Strage di Bologna, condanna definitiva per Paolo Bellini: la Cassazione chiude il cerchio

strage di bologna

Dopo decenni di indagini e silenzi, la verità giudiziaria sulla strage di Bologna si consolida. Bellini condannato all’ergastolo, insieme ad altri protagonisti dell’epoca delle bombe.

Un fotogramma sgranato. Un turista tedesco. È l’estate del 1980, e Bologna respira l’afa lenta d’agosto. Quel giorno, il 2, alla stazione esplose l’inferno. Ottantacinque morti. Duecento feriti. Un pezzo d’Italia rimasto sotto le macerie. Così ricordiamo la strage di Bologna.

Strage di Bologna, ergastolo confermato per Bellini: una verità che arriva dopo quarant’anni

Dopo oltre quarant’anni dalla strage di Bologna, è arrivata la parola definitiva per Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, killer a pagamento e uomo che, secondo i giudici, aiutò chi portò l’ordigno. Fine pena mai. L’ha deciso la Cassazione. Hanno confermato anche i sei anni all’ex capitano dei carabinieri Segatel, per depistaggio. E quattro anni a Domenico Catracchia, amministratore di condomini in via Gradoli, per aver mentito. Sì, mentito al pubblico ministero.

Bellini è stato riconosciuto in quel video amatoriale dalla sua ex moglie. Era lì. Non ci sono dubbi – scrivono i giudici – sulla sua partecipazione “consapevole e premeditata”. Una definizione chirurgica. Fredda. Ma dentro, c’è tutto. C’è lo sfondo di un’Italia percorsa da trame nere, fondi neri, segreti neri. E c’è un altro nome: Gilberto Cavallini, condannato anch’egli all’ergastolo. I Nar. I soldi della P2. I servizi. Non solo esecutori, ma una macchina. Coordinata. E spietata.

Strage di Bologna, nuove verità e vecchie ombre riemergono dalle carte?

Non era scontato. Anzi, tutt’altro. La Procura generale di Bologna aveva ripreso in mano quel fascicolo ormai impolverato. Doveva finire archiviato. Ma qualcuno – qualcuno – ha deciso che no. Non così. E da lì, un lungo processo. Cavallini, Bellini, e tutto il resto. Sentenze, carte, memorie. Oltre duemila pagine per raccontare non solo un attentato, ma una stagione intera, l’intera vicenda della strage di Bologna.

“Una strage di Stato.” Così la definisce il presidente della Corte d’assise, Michele Leoni. Le piste deviate. Le coperture. Da piazza Fontana a Ustica, si è scritto il copione di un’Italia in guerra con sé stessa. E la stazione di Bologna era solo un altro capitolo. Un capitolo tra i più sporchi.

Nel gennaio scorso, il sostituto procuratore Antonio Balsamo lo ha detto chiaramente: questo processo è servito per restituire il diritto alla verità. Non solo ai familiari delle vittime. Ma a tutti. A uno Stato che – forse – aveva bisogno di guardarsi finalmente allo specchio.