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Sviluppi recenti indicano che la Russia sta intraprendendo una significativa trasformazione della sua strategia di esportazione di gas, in particolare verso la Cina. Questo cambiamento si verifica a seguito della perdita di numerosi acquirenti occidentali, innescata dalle tensioni geopolitiche causate dall’invasione dell’Ucraina. Il progetto del gasdotto Power of Siberia 2 è al centro di questa iniziativa, sebbene si preveda che ci vorranno almeno dieci anni per realizzarne il pieno potenziale.
Power of Siberia 2: un progetto cruciale
Il tanto atteso gasdotto Power of Siberia 2 rappresenta un investimento da miliardi di dollari da parte della Russia, mirato a dirottare le proprie forniture di gas verso i mercati asiatici. Annunciato durante la recente visita del presidente Vladimir Putin a Pechino, il progetto ha suscitato notevole interesse. Tuttavia, secondo quanto riportato, restano ancora diverse questioni irrisolte tra le due nazioni riguardo a prezzi, condizioni di investimento e tempistiche per le consegne di gas.
Le sfide nelle negoziazioni
Nonostante la firma di un accordo legalmente vincolante, Russia e Cina non hanno ancora trovato un consenso su fattori chiave come il prezzo del gas e il quadro complessivo degli investimenti. Fonti del settore suggeriscono che, anche se un accordo verrà raggiunto nel prossimo anno, la costruzione del gasdotto richiederà almeno cinque anni. Successivamente, si prevede che saranno necessari ulteriori cinque anni per raggiungere la piena capacità operativa del gasdotto.
Le attuali esportazioni di gas verso la Cina
Attualmente, la Russia fornisce circa 38 miliardi di metri cubi (bcm) di gas all’anno alla Cina tramite il gasdotto Power of Siberia 1, operativo dal 2019. Inoltre, sono previsti lanci di consegne attraverso un percorso separato nel Far East entro il 2027, che aggiungerà ulteriori 12 bcm al totale annuale. Una volta pienamente operativo, il gasdotto Power of Siberia 2 dovrebbe trasportare fino a 50 bcm di gas all’anno verso la Cina.
Dinamiche dei prezzi e strategie di mercato
È interessante notare che il prezzo a cui la Russia vende gas alla Cina è significativamente inferiore rispetto a quello offerto ad altri clienti internazionali. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico di Mosca, il costo per la Cina è di circa $248 per 1.000 metri cubi, quasi 38% in meno rispetto ai $402 richiesti agli altri clienti di Gazprom al di fuori della Comunità degli Stati Indipendenti. Le proiezioni suggeriscono che questo prezzo potrebbe ulteriormente diminuire a $240 l’anno prossimo, mantenendo un sostanzioso sconto rispetto al prezzo medio di esportazione di $380.
L’impatto della crisi ucraina sulle esportazioni
Il conflitto in corso in Ucraina ha alterato drasticamente il panorama delle esportazioni di gas russo, con le vendite alla Cina che attualmente rappresentano solo circa un quinto delle precedenti esportazioni di Gazprom verso l’Europa. Dall’inizio dell’invasione, i mercati occidentali hanno notevolmente ridotto la loro domanda di gas russo, portando a una straordinaria diminuzione delle esportazioni verso l’Europa di dodici volte.
Prospettive future per le forniture di gas europeo
Nel primo semestre del 2025, si prevede che Gazprom consegnerà solo 8,8 bcm di gas all’Europa, con esportazioni annuali totali che dovrebbero superare di poco 16 bcm. Ciò rappresenterebbe il livello più basso di forniture di gas russo verso l’Europa dalla metà degli anni ’70, un netto contrasto rispetto al picco di circa 200 bcm all’anno antecedente il conflitto in Ucraina.
Con la Russia che naviga in queste acque difficili nel mercato energetico globale, il progetto Power of Siberia 2 si configura come un componente cruciale della sua strategia di pivot verso l’Asia e per garantire una fonte di reddito stabile. Tuttavia, l’incertezza riguardo a tempistiche e negoziazioni con la Cina continua a pesare, rendendo necessaria una gestione attenta delle aspettative nei prossimi anni.