Nel silenzio che avvolge Messina alle tre del mattino, una curva, uno schianto. Poi il silenzio vero. Quello che resta quando la vita si ferma di colpo.
Tragedia in centro, incidente a Messina: morto un ragazzo di 17 anni
Messina, Via Garibaldi sembrava dormire, come il resto della città. Ma all’incrocio con via Cicala qualcosa è appena accaduto.
Uno scooter, una Smart, due traiettorie che non dovevano incontrarsi. Alla guida del motorino c’era un ragazzo, diciassette anni appena. Secondo le prime ricostruzioni, stava procedendo verso sud. Un tragitto breve, forse casa non era lontana.
Ma in quell’incrocio la normalità si è spezzata. Un incidente e un ragazzo di 17 anni è morto. L’impatto è stato violentissimo. I due mezzi sono finiti sul marciapiede, trascinati dalla forza dello scontro fino a sbattere contro un’auto in sosta. Il rumore dev’essere stato assordante. O forse solo improvviso.
Quando sono arrivati i soccorsi, il ragazzo era ancora vivo. Ma a fatica. I sanitari del 118 ci hanno provato. Fino alla fine. Nel tragitto verso l’ospedale però, il cuore del giovane si è arreso. Non c’è stato niente da fare. E Messina, ancora una volta, si sveglia con un nome in meno.
Indagini in corso sull’incidente a Messina che è costato la vita al minorenne
La Polizia Municipale si è mossa in fretta. Gli agenti della sezione Infortunistica, sotto la guida del comandante Giovanni Giardina e del responsabile Giovanni Arizzi, hanno iniziato subito i rilievi, dopo l’incidente del ragazzo morto in quel tratto di strada del centro di Messina. C’era da capire come e perché. Dettagli, angoli, distanze. Tutto da mettere insieme.
Chi era alla guida della Smart è stato accompagnato in ospedale per gli accertamenti di rito: test su alcol e droghe. I risultati arriveranno nelle prossime ore. Ma non basteranno. Un ruolo decisivo, forse, lo avranno le telecamere. L’incrocio è pieno di occhi elettronici: sistemi del Comune, ma anche videocamere private. Qualcuno — qualcosa — avrà visto.
Nel frattempo, resta il silenzio. Resta il dolore. Un casco sull’asfalto, un’auto ferma di traverso, e quel pensiero che non se ne va: poteva finire diversamente? Una città intera se lo chiede.