La tragica vicenda di Omar Zin, ucciso in un attacco mortale da parte di un orso durante un viaggio in Romania, ha colpito profondamente la sua comunità d’origine. Un evento drammatico che riporta alla luce i rischi legati agli incontri con la fauna selvatica in aree naturali incontaminate. Oltre al dolore personale e familiare, questa tragedia ha suscitato grande commozione e riflessione tra i cittadini e le autorità locali, che ora si stringono attorno al ricordo di Omar.
Ucciso da un orso sulla Transfagarasan, Omar è morto
La tragedia che ha colpito la comunità di Ferno e l’intera provincia di Varese ha avuto luogo il 3 luglio 2025, lungo la celebre strada panoramica Transfăgărășan, nei Carpazi rumeni. Omar Farang Zin, 48 anni, motociclista appassionato e residente a Samarate, è stato aggredito e ucciso da un’orsa mentre cercava di fotografarla con i suoi cuccioli.
Secondo le ricostruzioni, l’uomo si sarebbe avvicinato all’animale con l’intento di scattare foto, ma l’orsa lo ha attaccato e trascinato per circa 60 metri in un dirupo, dove è stato ritrovato senza vita. Il suo telefono, recuperato sul luogo dell’incidente, conteneva immagini e video che documentavano gli ultimi istanti prima dell’attacco mortale. Le autorità locali hanno confermato che l’orsa è stata successivamente abbattuta.
Ucciso da un orso sulla Transfagarasan, Omar è morto: la commozione del sindaco
Zin abitava a Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, dopo aver trascorso un periodo a Samarate. La sua famiglia proveniva da Ferno, paese in cui era molto noto e al quale faceva spesso ritorno. La madre, venuta a mancare durante la pandemia, era titolare di un bar in via Roma, nel cuore del centro storico di Ferno, mentre la sorella continua a gestire la gelateria situata a pochi passi da lì.
“La tragica scomparsa lascia sgomenta tutta la comunità, dove Omar ha vissuto ed era da tutti conosciuto. Il Sindaco, la Giunta, l’Amministrazione Comunale e tutti i fernesi si stringono intorno a Barbara e al papà Paolino in questo momento di profondo dolore. Caro Omar, non dimenticheremo mai il tuo sorriso e la tua gioia di vivere“.
La stessa commozione si percepisce tra i colleghi con cui Omar, 48 anni, lavorava in aeroporto. Tutti ricordano con affetto il suo grande amore per i viaggi e la sua sempre pronta disponibilità ad aiutare gli altri. I colleghi, uniti nel dolore, hanno voluto chiarire che non si tratta di un atto di imprudenza, ma di una tragica fatalità, sottolineando con fermezza quanto sia stato sfortunato l’incidente.