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Venezuelani e americani intensificano la lotta contro i cartelli della droga

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La lotta al narcotraffico si intensifica in Venezuela con il dispiegamento di migliaia di soldati e navi statunitensi.

AGGIORNAMENTO ORE 14:30 – Il governo venezuelano ha annunciato il dispiegamento di 15.000 soldati lungo il confine con la Colombia, un’azione decisa per combattere il narcotraffico. Nel frattempo, gli Stati Uniti non rimangono a guardare: due navi militari sono state inviate nel Mar dei Caraibi come parte di un’operazione mirata contro i cartelli della droga.

La situazione si fa sempre più tesa, con accuse reciproche che volano tra i due paesi. Ma cosa sta realmente succedendo? E quali potrebbero essere le conseguenze di questo escalation?

Dispiegamento delle forze venezuelane

Il Ministro dell’Interno venezuelano, Diosdado Cabello, ha dichiarato lunedì che le forze armate del paese sono pronte a combattere le organizzazioni criminali. “Qui, combattiamo il narcotraffico; qui, affrontiamo i cartelli su tutti i fronti”, ha affermato con determinazione. Fino ad oggi, il governo ha sequestrato 53 tonnellate di droga nel 2023, un dato che evidenzia il loro impegno nella lotta contro il narcotraffico.

Il piano di sicurezza prevede un uso massiccio di aerei, droni e pattugliamenti fluviali, garantendo un monitoraggio costante della zona. Cabello ha anche lanciato un appello alle autorità colombiane affinché si uniscano a questi sforzi, per “garantire la pace lungo l’intero asse”. L’incremento delle truppe al confine è una risposta diretta alle accuse del governo statunitense nei confronti del presidente Nicolás Maduro, accusato di collusione con i cartelli. Sarà sufficiente questa mobilitazione a cambiare le sorti della lotta contro il narcotraffico?

Operazioni navali statunitensi

FLASH – Nelle ultime ore, la marina statunitense ha inviato il cacciatorpediniere USS Lake Erie e il sottomarino nucleare USS Newport News nel sud dei Caraibi. Queste unità si uniranno a un gruppo anfibio già atteso al largo delle coste venezuelane, che include altre navi come l’USS San Antonio e l’USS Iwo Jima. In totale, circa 4.500 membri del servizio statunitense sono coinvolti, inclusi 2.200 marine.

Questa mobilitazione si inserisce nel contesto della strategia dell’amministrazione Trump, che ha fatto della lotta contro i cartelli della droga in America Latina una priorità. Recentemente, gli Stati Uniti hanno raddoppiato la taglia per la cattura di Maduro, portandola a 50 milioni di dollari, e hanno aumentato la ricompensa per Cabello da 10 a 25 milioni di dollari. Queste azioni hanno ulteriormente inasprito le relazioni tra i due paesi. Ci si chiede: quale sarà il prossimo passo in questa escalation militare?

Le reazioni di Caracas

Maduro non si è fatta attendere e ha risposto alle accuse statunitensi sostenendo che gli USA intendono fomentare un cambiamento di regime in Venezuela. Ha avviato un’iniziativa per reclutare militanti al fine di rafforzare la sicurezza nazionale in risposta alle minacce percepite da Washington. “Sono fiducioso che supereremo questa prova imposta dalla vita, questa minaccia imperialista alla pace del continente e del nostro paese”, ha dichiarato in un’intervista.

Le tensioni tra Venezuela e Stati Uniti continuano a crescere, con entrambe le parti che si accusano reciprocamente di comportamenti illeciti e minacce alla sicurezza. Con l’aumento delle operazioni militari e il dispiegamento di truppe, la situazione al confine colombiano e nel Mar dei Caraibi rimane critica e merita un attento monitoraggio. Quali sviluppi ci attendono nei prossimi giorni? Solo il tempo potrà dirlo.