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Vibonese sotto la pioggia: cosa non ci dicono sui cambiamenti climatici

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La tempesta che ha colpito il Vibonese non è solo un evento atmosferico: è il sintomo di problemi più profondi.

Una violenta bomba d’acqua ha colpito oggi il Vibonese, trasformando le strade in fiumi e causando danni in diverse località. Ma diciamoci la verità: non è solo il maltempo a essere in gioco. È ora di guardare più a fondo e riconoscere che questi eventi estremi sono il risultato di anni di cattiva gestione del territorio e di un’assoluta mancanza di preparazione.

La realtà è meno politically correct: non possiamo più ignorare i segnali che ci lancia la natura.

Il maltempo che non sorprende

Le immagini di Bivona, frazione di Vibo, con strade allagate e traffico in tilt sono solo la punta dell’iceberg. Se ci fermiamo a riflettere, non ci vuole molto per capire che eventi simili non sono affatto rari, eppure continuiamo a sorprenderci. Secondo i dati dell’ISPRA, le precipitazioni in Calabria sono aumentate del 20% negli ultimi vent’anni, eppure le infrastrutture rimangono inadeguate. La notizia è che non è solo un problema di pioggia, ma di come siamo organizzati per affrontarla.

A Pizzo Calabro, le strade trasformate in fiumi sono il risultato di un sistema di drenaggio inefficace, e le frane nell’entroterra vibonese non sono altro che la manifestazione di un territorio mal gestito. La vera domanda è: quando ci renderemo conto che il maltempo è solo un sintomo e che la malattia è ben più profonda?

Un’analisi controcorrente della situazione

Le squadre di protezione civile e i vigili del fuoco sono al lavoro, giustamente, ma non possiamo permetterci di considerare questa come una soluzione. La realtà è che la nostra risposta a eventi come questi è sempre emergenziale, mai preventiva. Ciò che serve è un cambio di paradigma nella pianificazione urbana e nella gestione del territorio. Non possiamo più permettere che il nostro approccio sia dettato solo dall’urgenza e dall’emergenza. Dobbiamo anticipare e prevenire.

Non dimentichiamo che la Calabria è una regione con una storia di dissesto idrogeologico. Le statistiche parlano chiaro: negli ultimi 30 anni, le frane e le alluvioni hanno causato oltre 200 vittime e danni per miliardi di euro. Eppure, ogni volta, ci ritroviamo a ricominciare da capo, come se nulla fosse. Siamo condannati a ripetere gli stessi errori, mentre la natura ci lancia segnali sempre più forti.

Conclusione: un invito al pensiero critico

In conclusione, quello che è successo oggi nel Vibonese non è un evento isolato, ma parte di un contesto più ampio che richiede una riflessione seria e profonda. La verità è che il maltempo non è solo una questione meteorologica, è un indicatore delle fragilità sistemiche che caratterizzano il nostro territorio e la nostra gestione. È tempo di smettere di indignarci e di iniziare a lavorare per un futuro più sicuro e sostenibile.

Invito tutti a riflettere su come possiamo, come comunità, affrontare queste sfide in modo proattivo. Non possiamo più permetterci di essere reattivi; dobbiamo essere preparati, informati e, soprattutto, uniti. Solo così potremo sperare di affrontare al meglio le sfide del futuro.