La strage avvenuta a Bondi Beach, Sydney, durante la festa ebraica di Hanukkah, ha scosso profondamente l’Australia. Quindici persone sono state uccise in un attacco terroristico compiuto da padre e figlio, mentre le indagini puntano a possibili legami con lo Stato Islamico. Intanto, in queste ore, si sono svolti i primi funerali.
Strage a Bondi Beach: lutto e memoria delle vittime
La città di Sydney ha reso omaggio alle 15 vittime dell’attacco con i primi funerali, tra cui quello del rabbino Eli Schlanger, 41 anni, padre di cinque figli e organizzatore della manifestazione. La cerimonia, affollata da familiari, amici, autorità e politici, ha visto la bara del rabbino avvolta in velluto nero trasportata nella sinagoga. Il rabbino Yehoram Ulman, suocero di Schlanger, ha commentato con profonda commozione: “La nostra comunità ha sofferto, è il nostro 7 ottobre… Tanta tragedia, tanto dolore, e che dire delle persone che sono ancora in ospedale, in fase di recupero?”.
Tutte le vittime identificate erano ebree e tra loro figurano una bambina di 10 anni, due sopravvissuti all’Olocausto e una coppia di sposi, uccisi mentre cercavano di proteggere gli altri. Le preghiere in ebraico e in inglese hanno scandito il rito funebre, testimoniando la resilienza e l’unità della comunità colpita dalla violenza.
Le indagini continuano per chiarire eventuali collegamenti degli aggressori con organizzazioni terroristiche internazionali, mentre Sydney si confronta con il lutto e la necessità di giustizia.
Sono 59 i capi di accusa al responsabile della strage di Sydney
La polizia del Nuovo Galles del Sud ha formalizzato 59 capi d’accusa nei confronti di Naveed Akram, 24 anni, ritenuto uno dei due autori della sanguinosa sparatoria avvenuta il 14 dicembre durante la festa ebraica “Chanukkah by the Sea” a Bondi Beach, Sydney. Tra le imputazioni figurano terrorismo, 15 omicidi e ulteriori 40 tentati omicidi, oltre al possesso di ordigni esplosivi, l’uso di armi da fuoco con intento omicida e l’esposizione pubblica di simboli terroristici.
L’attacco sarebbe stato compiuto insieme al padre, Sajid Akram, 50 anni, ucciso sul posto dalla polizia.
Naveed, rimasto gravemente ferito, si è risvegliato dal coma ed è attualmente ricoverato sotto stretta sorveglianza, in attesa della comparizione in videocollegamento. La polizia ha dichiarato: “I primi indizi indicano che l’attacco terroristico è stato ispirato da Isis, organizzazione terroristica inserita nell’elenco delle organizzazioni terroristiche in Australia”.
Gli inquirenti avrebbero trovato nell’auto dei due sospetti due bombe artigianali e bandiere nere riconducibili allo Stato Islamico, oltre a collegamenti con un recente viaggio nel sud delle Filippine.