Andrea Abodi, ministro per lo sport e per i giovani, durante un’intervista a RTL, ha espresso la sua sfiducia nei divieti, ma ha enfatizzato il suo credo nell’istruzione, il ruolo delle scuole e delle famiglie. Questa dichiarazione è stata data in risposta alle richieste dei pedagogisti che propongono la proibizione degli smartphone per chi ha meno di 14 anni e l’accesso ai social networks a partire dai 16 anni.
Abodi sostiene l’importanza di assumere la responsabilità di comprendere che gli smartphone possono essere utilizzati correttamente anche dai 14enni, sottolineando che ciò è un problema di limitazioni, non di proibizioni. Aggiunge inoltre che c’è la necessità di un dialogo più aperto e che la scuola ha il compito di insegnare l’importanza del bilanciamento.