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La giornata di ieri ha visto un’intensa discussione tra i partiti del centrodestra, culminata in un incontro decisivo a Palazzo Chigi, convocato dalla premier Giorgia Meloni. L’obiettivo principale era risolvere le divergenze riguardanti le misure fiscali da includere nella legge di bilancio. La manovra, che prevede un gettito di 4,4 miliardi, sarà presentata al Consiglio dei ministri, in programma nella mattinata di domani.
Il vertice di maggioranza
Alla riunione erano presenti figure chiave come i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, insieme al leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Da Washington, si è collegato in video il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale ha espresso ottimismo riguardo all’esito dell’incontro, affermando che “i dettagli saranno resi noti in aereo”.
Tensioni tra i partiti
Nonostante le buone intenzioni, la giornata è stata segnata da tensioni, in particolare tra Legano e Forza Italia. Quest’ultima ha ribadito la propria fermezza nel non sostenere alcuna forma di tassazione sugli extraprofitti, definendo questa imposta “una tassa che sa di Urss”, secondo le parole di Tajani. Al contrario, Salvini e i suoi sostenitori hanno invitato le banche a “dare di più” per supportare famiglie e imprese in difficoltà.
Le misure fiscali in discussione
Il governo sta cercando di trovare un equilibrio fra le necessità di bilancio e le richieste delle banche. Si discute di una tassa del 27,5% per gli istituti di credito e le assicurazioni, che dovranno liberare i depositi vincolati in attuazione della norma del 2023. L’accordo prevede più interventi per raggiungere i 4,4 miliardi di gettito, ma non si tratta di una tassa sugli extraprofitti come definito da Forza Italia.
Dialogo con gli istituti di credito
Il ministro dell’Economia, durante un incontro a Washington, ha discusso con il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, riguardo al contributo delle banche alla manovra. Le banche, dal canto loro, rimangono in attesa di chiarimenti sulle modalità attraverso cui il governo intende ottenere il gettito necessario.
Scadenze e ulteriori misure
La scadenza per la presentazione della manovra si avvicina, con il Consiglio dei ministri previsto per domani alle undici. La spending review rappresenta un altro punto critico, poiché i ministeri esprimono malumori per le richieste di riduzione dei loro bilanci. Si stima un risparmio pari allo 0,1% del Pil, corrispondente a circa 2,3 miliardi nel prossimo anno.
Rottamazione e pacchetto famiglia
Un altro tema delicato è la rottamazione quinquies, che ha trovato un accordo di massima. Non saranno incluse le omesse dichiarazioni dei redditi, e la modalità di pagamento si articolerà in 56 rate bimestrali per un periodo di 9 anni. La manovra prevede anche un rafforzamento del pacchetto famiglia, con un investimento di 1,6 miliardi per misure come il potenziamento del bonus per le madri lavoratrici.
L’attuale dialogo tra i partiti di governo metterà alla prova la loro coesione, mentre cercano di trovare soluzioni valide per affrontare le sfide economiche del Paese. Le opposizioni, nel frattempo, criticano la manovra, sostenendo che non offre sufficiente supporto al ceto medio e alle imprese.