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Situata lungo la costa del mar Arabico nello stato del Gujarat, Alang è conosciuta come il più grande cimitero navale del mondo. Per decenni, questo luogo è stato il punto finale per migliaia di navi in pensione, dove le imbarcazioni venivano smontate e i materiali recuperati. Tuttavia, negli ultimi anni, la situazione è drasticamente cambiata.
Ramakant Singh, un lavoratore della zona, osserva l’orizzonte vuoto e ricorda i tempi passati. “Una volta, le navi arrivavano in gran numero, ora ne contiamo solo alcune”, afferma.
Un’industria in crisi
Alang ha rappresentato per lungo tempo un pilastro dell’industria navale indiana, gestendo quasi il 98% del riciclo navale del paese e un terzo del volume globale. Dalla sua apertura nel 1983, più di 8600 navi, per un peso totale di circa 68 milioni di tonnellate, sono state smantellate qui; tuttavia, la situazione attuale è ben diversa.
Declino delle operazioni
Negli ultimi dieci anni, il numero di navi che approdano ad Alang è diminuito drasticamente. Chintan Kalthia, proprietario di uno dei pochi cantieri ancora attivi, spiega che “prima c’era lavoro per tutti, ora solo pochi tornano quando una nave arriva”. Questo declino ha portato a una diminuzione del lavoro, con i cantieri che operano a solo il 25% della loro capacità.
Le ragioni del declino
Le cause di questo calo sono molteplici. Una delle principali è la decisione post-pandemia dei proprietari di navi di non ritirare le loro imbarcazioni obsolete. Con l’aumento della domanda e dei profitti nel settore navale, molti armatori hanno scelto di prolungare la vita operativa delle loro navi anziché mandarle al macero.
Fattori globali in gioco
La situazione è stata ulteriormente complicata da eventi globali come la guerra in Ucraina e le tensioni in Medio Oriente, che hanno impattato le rotte commerciali e aumentato i costi del carburante marittimo. Questi fattori hanno reso più difficile per i proprietari di navi giustificare il ritiro delle loro imbarcazioni, poiché i tassi di carico sono aumentati.
Regolamenti e conformità
Inoltre, Alang ha dovuto affrontare una serie di nuove normative ambientali. Accettando la Convenzione di Hong Kong per il riciclo sicuro delle navi nel 2019, i cantieri hanno investito enormi somme per migliorare le loro strutture e rispettare gli standard di sicurezza. Questi investimenti, sebbene necessari, hanno aumentato i costi operativi, rendendo difficile competere con i cantieri di paesi vicini come il Bangladesh e il Pakistan.
Costi di operazione in aumento
Con prezzi di smaltimento che variano da 500 a 550 dollari per tonnellata leggera di dislocamento, i cantieri indiani non possono competere con i concorrenti esteri che offrono tariffe più basse. Questo ha portato a una diminuzione del numero di navi dismesse in India, mentre i paesi vicini vedono aumentare le loro cifre.
Impatto economico sulla comunità
Il declino dell’industria di Alang ha avuto un impatto devastante sull’economia locale. Una volta, l’area era prospera, con negozi che vendevano materiali recuperati dalle navi. Oggi, molti di questi commercianti stanno lottando per sopravvivere, poiché la domanda di materiali è diminuita insieme all’afflusso di navi.
Una rete di attività colpite
La diminuzione dell’attività di riciclo ha colpito anche altri settori, come quello della lavorazione dell’acciaio. I fornitori di metalli e le piccole imprese che dipendono dalle materie prime derivate dalle navi stanno affrontando gravi difficoltà. Molti lavoratori, per lo più migranti, sono stati costretti a cercare lavoro altrove, lasciando Alang deserta in attesa di nuove opportunità.
Ramakant Singh, un lavoratore della zona, osserva l’orizzonte vuoto e ricorda i tempi passati. “Una volta, le navi arrivavano in gran numero, ora ne contiamo solo alcune”, afferma.0