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Attacchi in Colombia: Petro considera dissidenti e cartelli come terroristi

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Il presidente colombiano Gustavo Petro accusa dissidenti e cartelli della droga di terrorismo dopo attacchi che hanno ucciso almeno 18 persone.

La Colombia è sotto attacco. Il presidente Gustavo Petro non ha usato mezzi termini, dichiarando che i dissidenti armati e i cartelli della droga devono essere considerati “terroristi” e “cercati a livello internazionale”. Questo annuncio arriva dopo due attacchi mortali che hanno causato la morte di almeno 18 persone e decine di feriti. Le violenze sono attribuite a fazioni dissidenti delle ex FARC, ora in rotta con gli accordi di pace del 2016.

Ma cosa significa tutto questo per la sicurezza e la stabilità del paese?

Dettagli sugli attacchi

Il primo attacco si è verificato giovedì a Cali, la terza città più popolosa della Colombia. Un veicolo carico di esplosivi è esploso vicino a una scuola di aviazione militare, causando sei morti e 71 feriti. Non è difficile immaginare la paura e la confusione che hanno invaso la città in quel momento. Il sindaco ha confermato l’entità della tragedia, esprimendo il suo cordoglio per le vittime.

Solo poche ore prima, un elicottero Black Hawk della Polizia Nazionale era stato abbattuto da un drone mentre partecipava a un’operazione di eradicazione delle coltivazioni di coca ad Amalfi, nel dipartimento di Antioquia. In questo attacco hanno perso la vita 12 agenti di polizia. Le autorità locali hanno dichiarato che l’elicottero stava volando sopra le coltivazioni di coca quando è stato colpito. È chiaro che la situazione è critica e sta rapidamente cambiando.

Le dichiarazioni del presidente Petro

Il presidente Petro ha commentato su X, sottolineando che l’elicottero trasportava personale per combattere le coltivazioni di coca, materia prima per la produzione di cocaina. Ha inizialmente incolpato il Clan del Golfo, il cartello della droga più potente del paese, sostenendo che l’attacco fosse una vendetta per un sequestro di cocaina attribuito al gruppo. Ma chi si nasconde realmente dietro a queste violenze?

Successivamente, Petro ha condiviso sui social media la foto di un sospetto legato all’attentato con autobomba a Cali. La persona arrestata era un membro dell’EMC (Estado Mayor Central), una federazione di dissidenti delle ex FARC, e “subordinato” ai narcotrafficanti. Le FARC dissidenti e il Clan del Golfo operano attivamente nell’area di Antioquia, complicando ulteriormente la già fragile situazione di sicurezza. Quali saranno le conseguenze per la popolazione locale?

La risposta del governo e la situazione della coca

Il ministro della Difesa colombiano, Pedro Sanchez, ha confermato che le prime informazioni indicano che l’attacco ha provocato un incendio nell’elicottero della polizia. Petro ha anche annunciato l’intenzione di richiedere che il Clan del Golfo e i dissidenti armati siano “considerati terroristi e perseguiti ovunque nel mondo”. Ma queste misure basteranno a fermare la spirale di violenza?

La coltivazione di coca in Colombia ha raggiunto livelli record, con una superficie di 253.000 ettari nel 2023, secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la droga e il crimine. Questo aumento rappresenta una sfida significativa per le autorità, che devono affrontare non solo la violenza dei cartelli, ma anche le conseguenze delle coltivazioni illegali. Come si può affrontare un problema così radicato e complesso?

Conclusioni e prossimi passi

La Colombia si trova di fronte a un momento critico. Gli attacchi recenti evidenziano la fragilità della pace e la continua minaccia rappresentata dai gruppi armati. Le dichiarazioni di Petro potrebbero segnare un cambio di strategia nella lotta contro il narcotraffico e il terrorismo nella regione, implicando un impegno internazionale. Le autorità devono affrontare non solo le conseguenze immediate degli attacchi, ma anche le radici profonde della violenza nel paese. La domanda è: quali saranno i prossimi passi per una vera e duratura stabilità?