L’attentato che il 16 ottobre ha colpito il giornalista Sigfrido Ranucci, volto della trasmissione d’inchiesta Report, continua a generare nuove piste e interrogativi. L’esplosione dell’ordigno davanti alla sua abitazione, oltre ad aver distrutto l’auto del conduttore, ha aperto uno scenario investigativo complesso, in cui si intrecciano presunte infiltrazioni criminali, traffici illeciti e pressioni interne a importanti realtà industriali.
Una lettera anonima giunta in redazione ha infatti rilanciato l’ipotesi di un coinvolgimento della camorra, indirizzando le indagini su un fronte ancora più delicato.
Attentato a Ranucci e le audizioni in Procura
L’audizione in Procura ha coinvolto anche Francescomaria Tuccillo, ex amministratore delegato dei Cantieri Navali Vittoria, che poche ore dopo l’esplosione ha ricevuto una PEC di revoca dall’incarico, poi confermata formalmente il 10 novembre. Lo stesso Tuccillo aveva raccontato a Report:
“Di casi insoliti ne sono successi diversi. Tra questi il fatto che a inizio mandato mi veniva consigliato di non restare mai a dormire ad Adria”.
Il quadro tracciato dall’inchiesta riguarda anche i rapporti societari e finanziari legati alla Cnv, toccati dal Golden Power e da investitori riconducibili ad ambienti ritenuti a rischio. Intanto i carabinieri dei nuclei investigativi di Roma e Frascati proseguono gli accertamenti sui reati di danneggiamento e violazione della normativa sulle armi, entrambi aggravati dal metodo mafioso, mentre cresce la preoccupazione attorno al clima di pressione denunciato da Ranucci già davanti alla Commissione di Vigilanza Rai.
Attentato a Ranucci, le indagini: la lettera anonima a Report e l’ombra della camorra
Le indagini sull’esplosione dell’ordigno collocato il 16 ottobre davanti all’abitazione di Sigfrido Ranucci si stanno orientando verso una possibile matrice camorristica, alimentata dall’arrivo in redazione di Report di una lettera anonima. Il documento, ora nelle mani della procura di Roma, suggerisce un collegamento tra l’attentato e ambienti criminali già citati in un recente servizio dedicato a un presunto traffico internazionale di armamenti.
Proprio durante quelle verifiche, il 24 settembre, l’inviato Daniele Autieri si trovava nei Cantieri Navali Vittoria ad Adria, dove alcuni dipendenti avevano scoperto due casse contenenti mitragliatrici non registrate, ora oggetto d’indagine da parte della Procura di Rovigo. Il servizio televisivo aveva definito il ritrovamento “una prova che giustificherebbe la pista del traffico di armi“.