Alessandro Plateroti si è laureato in Scienze Politiche. Da sempre appassionato di tematiche economico-finanziarie, approfondisce i suoi studi in materia con corsi e specializzazioni in Inghilterra e in America. Nel 1992 si trasferisce a New York, assumendo il ruolo di corrispondente del Sole 24 Ore fino al 2003. Vive in prima persona il tragico evento dell’attacco alle Torri Gemelle, ed è uno dei primi giornalisti a dare la notizia. Tornato in Italia, diventa prima caporedattore delle pagine di Finanza, Mercati e Economia Italiana del quotidiano, e poi vice-direttore nel 2009. Dal 2013 ha assunto anche la guida dell’area news e web tv del sito. Da marzo 2022 è direttore di Notizie.it.
Il governo ha speso oltre 15 miliardi di euro in sostegni per le bollette e gli sgravi fiscali sulla benzina, ma gli effetti reali sono in realtà modesti.
Gli investitori hanno strappato 23,4 miliardi di dollari dai fondi comuni di investimento e dai fondi negoziati in borsa dell’Europa occidentale nelle tre settimane tra l’invasione della Russia e il 16 marzo, secondo i dati del fund-flow tracker EPFR.
Finché c’è guerra c’è speranza per tutti (meno gli Ucraini). Le aziende militari europee e quelle americane, infatti, non disdegnano di fare affari sia con la Russia, sia con l’Ucraina.
Se sul fronte orientale si combatte in trincea, su quello occidentale si è scatenato il far west. Il vero problema è la credibilità delle sanzioni contro Putin: roba da far ridere i cinesi.
La Storia non si ripete, anche se, come sottolineava Mark Twain, qualche volta fa rima con se stessa. Ma cosa significano queste parole nel caso della guerra in Ucraina?