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Bruxelles valuta di superare il veto ungherese per l'integrazione di Ucraina e Moldova: Novità e Implicazioni

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Bruxelles si impegna a semplificare il processo di adesione per Ucraina e Moldova, affrontando le sfide presentate da Budapest.

Negli ultimi tempi, la questione dell’adesione di Ucraina e Moldova all’Unione Europea ha guadagnato attenzione, soprattutto in seguito alla proposta avanzata dal presidente del Consiglio europeo, António Costa. A Bruxelles, si sta considerando la possibilità di superare il veto ungherese per accelerare i colloqui di adesione. Questa mossa potrebbe aprire nuove porte per i due paesi in cerca di integrazione europea.

I fatti

Secondo quanto riportato da POLITICO, il piano di Costa prevede l’adozione di una maggioranza qualificata per avviare i cosiddetti cluster di negoziazione per Ucraina e Moldova. Le attuali regole richiedono l’approvazione unanime di tutti i 27 stati membri dell’UE per ciascuna fase del processo di adesione. Ridurre questo requisito potrebbe dunque velocizzare il processo e alleviare l’ansia di Kiev e Chișinău.

Obiettivi di riforma e integrazione

Il piano mira a consentire ai paesi candidati, come Ucraina e Moldova, di iniziare le riforme necessarie per allinearsi agli standard europei, anche se uno o due membri si oppongono ufficialmente all’inizio dei negoziati. Questo approccio potrebbe rappresentare un passo significativo verso l’integrazione, facilitando il progresso verso l’adesione.

Le sfide del veto ungherese

Un aspetto cruciale della proposta di Costa è la volontà di superare le ripetute obiezioni del primo ministro ungherese, Viktor Orbán. Le sue azioni hanno ostacolato significativamente il progresso di Ucraina e Moldova nel loro cammino verso l’UE. Guillaume Mercier, portavoce della Commissione europea per l’allargamento, ha sottolineato che quando un paese è bloccato senza giustificazioni oggettive, nonostante soddisfi i criteri, la credibilità dell’intero processo di allargamento è a rischio.

La necessità di un cambiamento

La Commissione europea ha espresso supporto per l’accelerazione dei colloqui di adesione, ma ha chiarito che la decisione finale spetta agli stati membri. Mercier ha ribadito che sono i paesi membri a dover decidere i prossimi passi, auspicando di avviare il primo cluster al più presto. I cluster rappresentano passaggi chiave nel processo di adesione, raggruppando i 35 capitoli di negoziazione in sei aree politiche, come i diritti fondamentali e il mercato interno.

Verso un’agenzia di integrazione più flessibile

La Commissione ha mostrato un’apertura a considerare l’estensione del voto a maggioranza qualificata nella sua revisione della politica di pre-allargamento pubblicata l’anno scorso, in risposta alle richieste dei leader europei per un processo di adesione più rapido. Inoltre, nella sua recente relazione sullo stato dell’Unione, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha evidenziato la necessità di muoversi verso il voto a maggioranza qualificata in determinate aree, menzionando esplicitamente la politica estera.

Possibili sviluppi futuri

È stata sollevata la questione se l’allargamento dell’UE possa rientrare tra le aree di applicazione del voto a maggioranza qualificata. Il portavoce della Commissione, Paula Pinho, ha affermato che questa possibilità potrebbe essere esaminata. Questa apertura da parte della Commissione potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nel modo in cui l’UE gestisce il processo di adesione, rendendolo più efficiente e reattivo alle esigenze attuali.

Bruxelles si prepara a esplorare nuove strade per migliorare il processo di adesione di Ucraina e Moldova. La sfida rimane quella di bilanciare le esigenze di tutti gli stati membri. La proposta di António Costa rappresenta un passo verso un’agenzia di integrazione più snella e pragmatica, potenzialmente in grado di rispondere alle aspirazioni europee di questi paesi.