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Call center, nuovo regolamento Agcom, 43 milioni di telefonate bloccate: stop al telemarketing selvaggio

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Con il regolamento Agcom, i call center cambiano rotta: 43 milioni di telefonate sotto esame sono state bloccate. Le nuove misure portano a norme più severe per proteggere utenti e migliorare la qualità del servizio.

Call center e il regolamento dell’Agcom, 43 milioni di telefonate bloccate: una misura che fa discutere? Ma che, numeri alla mano, funziona.

Call center regolamento Agcom, i primi effetti del blocco: 43 milioni di telefonate bloccate?

Il blocco delle chiamate di telemarketing selvaggio, quello partito il 19 agosto, ha già tagliato le gambe a oltre 43 milioni di telefonate di call center.

Numeri enormi. Questo è quello che avrebbe fatto il nuovo regolamento dell’Agcom, ha bloccato questi numeri. Lo ha raccontato AssoCall, l’associazione di Confcommercio che riunisce i principali operatori italiani. Loro parlano di 1,3 milioni di chiamate illegali fermate ogni giorno. Pari al 5,74% di tutto ciò che suona nei nostri telefoni. Roba che fa pensare.

«Abbiamo sempre sostenuto questa soluzione tecnologica», ha spiegato Leonardo Papagni, presidente di AssoCall, nell’intervista concessa a Radio24. Un tono fermo, quasi liberatorio. «Non è un barbatrucco. I dati lo dicono chiaramente. La strada è lunga, ma serve fiducia».

La fiducia. Parola che torna spesso nelle conversazioni con chi lavora nei call center legali, quelli che devono fare i conti con i “pirati” del settore. Gente che falsifica i numeri, li camuffa. Lo chiamano spoofing. E il risultato è semplice: sul display ti appare un numero innocuo, a volte simile a quello della tua banca. Tu rispondi. Dietro, invece, ci sono truffatori dall’altra parte del mondo.

L’Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni, ha imposto ai gestori italiani di bloccare tutto ciò che arriva dall’estero con numeri palesemente falsi. Un filtro che ora è realtà. La seconda fase partirà il 19 novembre: toccherà anche le chiamate camuffate con numeri mobili italiani.

«Il nostro obiettivo», ha aggiunto Papagni a Il Sole 24 Ore, «è difendere i consumatori ma pure le aziende serie del settore. Quelle che lavorano nel rispetto delle regole». Una difesa doppia, insomma.

Call center, il regolamento Agcom ferma 43 milioni di telefonate: come ci è riuscita

I dati raccontano una storia chiara. Perché i truffatori non si fermano facilmente. Cambiano tecniche, piattaforme, perfino paesi da cui partono le chiamate. E allora, ci si chiede, quanto durerà questo vantaggio?

Gli utenti della rete, intanto, commentano ovunque. Su forum, gruppi Facebook, nei post su X. C’è chi festeggia. «Finalmente non squilla più alle 20 mentre ceno», scrive un utente romano su un blog dedicato alla sicurezza digitale. Ma c’è anche chi teme che i truffatori troveranno un’altra via.

Una cronista di Repubblica, che segue la vicenda da mesi, ha raccontato di aver visto i call center regolari quasi sollevati. «Perché ogni volta che scoppia uno scandalo – dice il titolare di un’azienda a Milano – finiamo tutti nello stesso calderone. E non è giusto».

E poi c’è l’aspetto tecnico. Non semplice. Gli operatori telefonici hanno dovuto adeguare le proprie reti. Filtri, controlli, aggiornamenti software. Tutto in tempi rapidi. «Un lavoro enorme», spiegano fonti interne a Tim e Vodafone. Loro preferiscono restare anonime, ma il punto è chiaro: la guerra contro lo spoofing richiede risorse. E coordinamento internazionale.

Eppure il risultato resta: il nuovo regolamento dell’Agcom ha bloccato 43 milioni di telefonate dai call center. Un numero che fa rumore. E che racconta un’Italia un po’ più protetta, almeno per ora.