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L’esibizione dei Patagarri al Concertone del Primo Maggio a Roma ha scatenato forti reazioni, in particolare da parte della comunità ebraica. Il gruppo, ha lanciato un messaggio a favore della Palestina, ma un dettaglio non è passato inosservato, suscitando indignazione e polemiche. Anche il politico Maurizio Gasparri ha preso posizione, criticando duramente la band.
Chi sono i Patagarri
I Patagarri sono un quintetto jazz-swing milanese composto da Francesco Parazzoli (tromba e voce), Jacopo Protti (chitarra), Daniele Corradi (chitarra), Giovanni Monaco (clarinetto e sassofono) e Arturo Monico (trombone e percussioni).
Giovani tra i 20 e i 31 anni, sono emersi nel panorama musicale italiano grazie alla partecipazione a X Factor 2024, dove hanno conquistato il pubblico con la loro originalità e freschezza. Il loro nome è un omaggio al trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, ispirato a uno dei loro sketch più celebri.
I Patagarri: le parole sulla Palestina al Concertone scatenano polemiche
La comunità ebraica ha espresso forte indignazione per l’esibizione dei Patagarri al Concertone del Primo Maggio a Roma. La band, composta da quattro giovani milanesi, ha intonato il brano “Free Palestina, Palestina libera!”, utilizzando le note di “Haga Nagila”, una melodia tradizionale ebraica ispirata a una canzone popolare ucraina.
Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica romana, ha definito ignobile l’appropriazione della cultura ebraica da parte del gruppo, sottolineando che strumentalizzare le melodie più care alla comunità per invocare la sua distruzione è un atto davvero sinistro e macabro.
Fadlun ha aggiunto che i peggiori nemici degli ebrei sono stati quelli che hanno sfruttato la cultura e la mentalità ebraica per scopi distruttivi. Ha poi osservato che non si sarebbero mai aspettati un simile gesto in un concerto che celebra il lavoro.
“Soprattutto in un concerto! Come quello del Nova Music Festival, trasformato dai terroristi palestinesi in un massacro che non è finito, con 59 rapiti da Hamas ancora a Gaza. Noi ebrei, di fronte a queste provocatorie manifestazioni di intolleranza, sentiamo lo spazio delle nostre libertà restringersi inesorabilmente. Ma a perdere in libertà non siamo solo noi, è l’intera società civile”, ha concluso.
I Patagarri e la reazione di Gasparri
Anche il politico Maurizio Gasparri ha criticato duramente la band, alimentando ulteriormente il dibattito pubblico.
“Non conosco questo gruppo, temo per loro che non passeranno alla storia della musica, ma non mi sorprende che qualcuno abbia usato l’evento del Concertone per le sue farneticazioni, anzi, è già tanto che l’evento non sia diventato il palcoscenico dei terroristi palestinesi fondamentalisti di Hamas”.
Ha aggiunto che questi ultimi hanno utilizzato il palco senza alcun rispetto per la Rai e, in particolare, per gli schermi che la televisione pubblica ha messo a loro disposizione. Riguardo alle forti critiche espresse da Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica romana, Gasparri ha dichiarato di comprendere e condividere le sue osservazioni, ribadendo il suo supporto incondizionato allo Stato di Israele.
“Per fortuna sul piazzale di San Giovanni non c’erano ulivi da incendiare, altrimenti casomai qualcuno avrebbe avuto la tentazione di emulare il terrorismo palestinese, che ha messo a ferro e fuoco i territori israeliani nelle ultime ore”, ha aggiunto.
Gasparri ha concluso osservando che il Concertone, a suo parere, rappresenta una continuazione della politica attraverso altri mezzi, spesso a spese dei cittadini e utilizzando il servizio pubblico della Rai. Ha infine aggiunto che la Rai è consapevole della necessità di una maggiore attenzione per l’evento, ma ha l’impressione che venga visto come un’occasione in cui ognuno può esprimere liberamente le proprie opinioni senza alcun filtro.