Un ciclone è in arrivo verso l’Italia. Ma non si tratta di una classica perturbazione. È un TLC, un Tropical Like Cyclone, un fenomeno raro alle nostre latitudini che merita la giusta attenzione.
Ciclone in arrivo in Italia: cos’è davvero un TLC
Non è la solita perturbazione che attraversa l’Europa in primavera.
No, questo è un altro tipo di bestia. Il ciclone in arrivo in Italia ha tutte le caratteristiche di un sistema tropicale: cuore caldo, aria bollente e una fame furiosa di energia. Di solito questi fenomeni nascono molto più a sud, tra oceani e isole equatoriali. Stavolta invece prende forma qui vicino, tra l’Atlante e il Sahara, per poi puntare dritto al Mediterraneo.
Nel cuore del ciclone – letteralmente – ci sono masse d’aria con temperature anche di 2-3 gradi superiori rispetto all’ambiente circostante. Pochi gradi? Non proprio. A quell’altitudine fanno la differenza tra un temporale e una tempesta. E poi c’è il mare: quello nostro, già abbastanza caldo per alimentare un simile vortice. La combinazione è perfetta per farlo esplodere. Un’esplosione silenziosa, fatta di vento, pioggia e onde alte metri.
Ciclone in arrivo in Italia: le zone più a rischio
La data per il ciclone in arrivo in Italia da tenere a mente sembrerebbe essere Giovedì 15 Maggio. Quel giorno – e quelli successivi – il TLC potrebbe spostarsi rapidamente verso la penisola. E portare con sé raffiche sopra i 100 km/h. Cento. Come una macchina in autostrada, ma d’aria. Il moto ondoso crescerà, specie lungo lo Ionio, dove si temono onde da 3 o 4 metri. Alcune coste potrebbero essere colpite da mareggiate violente.
Ma è la pioggia che preoccupa di più. Si parla di 200 mm in 48 ore. Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia tra le più esposte. Ma anche Abruzzo e Molise, per via dell’effetto stau, rischiano parecchio. Tutto questo potrebbe causare allagamenti, frane, blackout. E sì, anche alluvioni lampo. Già viste. Già vissute, purtroppo.
Il ciclone dovrebbe andarsene entro il weekend. Forse sabato. Forse. Ma la sua traiettoria può ancora cambiare. E allora, che si fa? Si guarda il cielo, certo. Ma soprattutto si resta aggiornati. Perché stavolta non è un’esagerazione da titoli. È un avviso.