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Diciamoci la verità: la democrazia, tanto celebrata nei discorsi ufficiali, a volte si trasforma in un’arena in cui chi vince prende tutto e chi perde resta in silenzio. È esattamente ciò che è accaduto a Collepasso, un comune della provincia di Lecce, dove il sindaco Laura Manta ha scatenato una polemica con le sue affermazioni durante un consiglio comunale.
Un video diffuso dalla consigliera del M5s, Eliana Vantaggiato, ha messo in luce una dichiarazione che ha fatto sollevare più di un sopracciglio: “Chi perde sta zitto, chi vince può parlare”. Ma cosa significa realmente questa affermazione per le basi della democrazia? E quali sono le conseguenze di una simile visione? Iniziamo a scavare.
Le parole del sindaco: democrazia o autoritarismo?
Il re è nudo, e ve lo dico io: le parole del sindaco Manta non sono solo un modo per affermare il suo potere, ma una vera e propria dichiarazione di intenti. In un momento in cui la partecipazione dei cittadini dovrebbe essere al centro delle politiche locali, sentire un sindaco affermare che “oggi il sindaco sono io e parlo io” fa sorgere dubbi legittimi. La democrazia dovrebbe essere un dialogo, non un monologo. Eppure, sembra che in molti contesti, anche a Collepasso, si preferisca il silenzio di chi è in minoranza.
Ma non basta. La realtà è meno politically correct: secondo statistiche recenti, la disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni locali è in crescita. Un sondaggio ha rivelato che oltre il 60% degli intervistati si sente escluso dalle decisioni politiche. Queste parole del sindaco non fanno altro che confermare una tendenza già preoccupante. È tempo di chiedersi: fino a che punto la voce di un amministratore deve sopprimere quella dei cittadini?
Un’analisi controcorrente della situazione
So che non è popolare dirlo, ma il modo in cui Manta ha gestito questa situazione non è affatto un esempio di buona governance. La democrazia non è semplicemente il diritto di voto, ma implica anche il rispetto delle opinioni altrui e la creazione di uno spazio inclusivo per il dibattito. Siamo di fronte a un’amministrazione che sembra cercare di mantenere il controllo a tutti i costi, ignorando il valore fondamentale della partecipazione. La consigliera Vantaggiato ha fatto bene a segnalare l’accaduto “alle autorità competenti”: è un passo necessario per far sì che la democrazia non sia solo un termine da utilizzare nei discorsi, ma una pratica da attuare ogni giorno.
È fondamentale che i cittadini di Collepasso non si lascino intimidire, ma piuttosto utilizzino questo momento per riflettere sul vero significato della democrazia. Non basta avere un sindaco che parla; è necessario che ci sia uno spazio dove anche le voci dissenzienti possano essere ascoltate e rispettate. La democrazia è salute pubblica, e il dialogo è la medicina.
Conclusioni che disturbano ma fanno riflettere
La questione che si pone è chiara: siamo disposti a tollerare una visione distorta della democrazia? La risposta che daremo oggi influenzerà il futuro politico di Collepasso e non solo. Quando il potere parla e il resto tace, ci troviamo di fronte a un pericolo. La democrazia è un gioco di squadra, e se una parte si sente esclusa, il risultato finale non può che essere un fallimento.
È ora di riflettere su come vogliamo che le nostre istituzioni funzionino. La democrazia non è solo un diritto; è una responsabilità. E ogni cittadino ha il dovere di far sentire la propria voce, anche quando il sindaco di turno afferma il contrario. Invitiamo tutti a un pensiero critico: solo così possiamo sperare di costruire una comunità più giusta e inclusiva.