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Il Conclave e le assenze annunciate
Il Conclave per l’elezione del nuovo Papa, che avrà inizio il 7 maggio, si svolgerà con la partecipazione di 133 cardinali, nonostante le assenze di due figure di spicco. I cardinali Antonio Canizares, arcivescovo emerito di Valencia, e John Njue, arcivescovo emerito di Nairobi, non prenderanno parte all’evento per motivi di salute.
Questa notizia è stata confermata dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, durante un incontro con i giornalisti. La loro assenza, sebbene significativa, non compromette il numero necessario per procedere con le votazioni.
Il caso del cardinale Philippe Ouedraogo
Un altro aspetto interessante riguarda il cardinale del Burkina Faso, Philippe Ouedraogo. Recentemente, la sua data di nascita è stata corretta nell’annuario pontificio, permettendogli di rientrare tra gli elettori. Inizialmente, si pensava che fosse ultraottantenne e quindi non idoneo a votare. Tuttavia, grazie a un documento valido, il cardinale avrà il diritto di partecipare attivamente al Conclave, dimostrando che non tutte le nazioni hanno la stessa qualità negli uffici anagrafici.
Le dinamiche linguistiche del Conclave
Un altro punto sollevato da Matteo Bruni riguarda le lingue parlate dai cardinali. Non tutti i partecipanti parlano italiano, il che potrebbe creare delle difficoltà durante le discussioni. Tuttavia, Bruni ha rassicurato che i cardinali potranno aiutarsi a vicenda, poiché non ci saranno interpreti professionisti all’interno della Cappella Sistina. Nelle congregazioni generali, invece, è prevista la traduzione simultanea in sei-sette lingue, facilitando così la comunicazione tra i membri del Conclave.
La salute dei cardinali
Infine, è importante sottolineare che il cardinale Pietro Parolin non ha accusato alcun malore, contrariamente a quanto riportato da alcune fonti. Questa informazione è stata confermata dal direttore della sala stampa, dissipando così eventuali preoccupazioni riguardo alla salute dei partecipanti. La preparazione per il Conclave continua, con l’attenzione rivolta non solo alla scelta del nuovo Papa, ma anche alla gestione delle dinamiche interne e delle relazioni tra i cardinali.