> > Condizioni estreme nei campi di rifiuti di Delhi: la lotta dei raccoglitori

Condizioni estreme nei campi di rifiuti di Delhi: la lotta dei raccoglitori

condizioni estreme nei campi di rifiuti di delhi la lotta dei raccoglitori python 1755153279

La situazione nei campi di rifiuti di Delhi è insostenibile. I raccoglitori lottano per la sopravvivenza in un ambiente tossico.

Nei campi di rifiuti di Delhi, la vita dei raccoglitori informali è segnata da condizioni estremamente avverse. Qui, le temperature possono superare i 70 gradi Celsius, mentre tossine di ogni genere vengono respirate quotidianamente. Sofia Begum, 38 anni, racconta la sua drammatica esperienza: ha dovuto abbandonare il lavoro a causa dell’insostenibilità delle condizioni.

La sua storia è solo una delle tante che descrivono la difficile realtà di chi si trova a dover affrontare queste sfide quotidiane.

Temperature estreme e condizioni di lavoro precarie

Il caldo opprimente di Delhi ha toccato punte di 49 gradi Celsius a giugno, costringendo l’India Meteorological Department a lanciare un’“allerta arancione”. I siti di smaltimento rifiuti come Ghazipur, Bhalswa e Okhla sono diventati delle vere e proprie bombe ecologiche. Questi enormi cumuli di immondizia, sempre più stracolmi, fungono da focolai di incendi tossici e fuoriuscite di metano, deteriorando gravemente la qualità dell’aria. Ma ti sei mai chiesto quali siano le conseguenze per la salute di chi lavora in queste condizioni?

I raccoglitori di rifiuti, spesso operanti in modo informale, guadagnano da vivere raccogliendo e vendendo materiali riciclabili. Tuttavia, la loro situazione è disperata. “Ora non posso lavorare come prima”, afferma Begum. “Prima trasportavo 40-50 chili di rifiuti, ora la mia capacità è ridotta alla metà”. La temperatura nei siti di smaltimento supera frequentemente i 60 gradi Celsius, un fenomeno noto come “effetto isola di calore”, causato dalla decomposizione dei rifiuti organici. Gli effetti sulla salute? Devastanti: irritazioni respiratorie e complicazioni cutanee sono all’ordine del giorno per questi lavoratori.

La lotta per la sanità e i diritti dei lavoratori

Molti raccoglitori, come Tanzila, 32 anni, hanno dovuto modificare i loro orari di lavoro per sfuggire al caldo torrido. “Lavoro solo di notte ora. Durante il giorno sembra di essere arrostiti”, racconta. La sua esperienza rappresenta una sfida quotidiana, complicata ulteriormente dalla mancanza di accesso a trattamenti medici adeguati. Sebbene esistano cliniche pubbliche, i tempi di attesa sono insostenibili, e molti si rivolgono a cliniche locali per ricevere cure più rapide. Ma è giusto che i lavoratori debbano scegliere tra la salute e il lavoro?

“La situazione è insostenibile”, sostiene Sheikh Akbar Ali, attivista per i diritti dei raccoglitori. “Il governo promette di eliminare le montagne di rifiuti, ma i cambiamenti sono lenti e inefficaci. Ogni estate, le malattie aumentano e perdiamo giorni di lavoro”. In un contesto così difficile, la lotta per la sanità e la dignità dei lavoratori è più attuale che mai.

Il futuro incerto dei raccoglitori di rifiuti

Nonostante le promesse del governo di affrontare il problema dei rifiuti, la realtà rimane stagnante. La costruzione di impianti di incenerimento, che potrebbe sembrare una soluzione, è stata criticata per i suoi potenziali danni ambientali e per il rischio di escludere i raccoglitori informali dal sistema. “La transizione verso gli inceneritori minaccia i mezzi di sussistenza di moltissimi”, avverte Bharati Chaturvedi, esperta ambientale. Ma come si può trovare un equilibrio tra progresso e i diritti dei lavoratori?

Attivisti e professionisti della salute pubblica chiedono una riforma radicale del sistema di gestione dei rifiuti, che coinvolga i raccoglitori nel processo decisionale e nelle politiche di gestione. “È fondamentale garantire che i raccoglitori abbiano opportunità di lavoro alternative e siano riconosciuti come parte integrante della comunità”, affermano. In un contesto in cui la salute e la sicurezza dei raccoglitori sono costantemente minacciate, la lotta per una vita migliore continua. “Niente è cambiato. I rifiuti aumentano e noi continuiamo a lavorare”, conclude Shah Alam, marito di Tanzila. “Ma quale altra opzione abbiamo?”.