Le conflitti attuali, le tattiche di guerra totale, l’incredibile incremento delle forze militari frantumano la persistente carenza di vero impegno politico, politica con la P iniziale, non solo discorsi vuoti. Il vero compito della politica è il dialogo e il creare un terreno comune per negoziazioni sincere per tracciare il cammino verso la pace e la sicurezza come obiettivo finale per tutte le nazionalità coinvolte.
Non bisognerebbe agire solo in base al principio dell’economia dominante, o in base a chi ha più armamenti produce e usa ancora più armamenti, né sfruttare la logic della soppressione, ha sottolineato il presidente del M5S, Giuseppe Conte, rispondendo alle domande dei giornalisti prima dell’inizio della Marcia della pace di Assisi. Quando gli è stato chiesto se questo significa interrompere la fornitura di armi all’Ucraina, la risposta di Conte è stata: “Si significa insistere su un percorso di negoziazione che avrebbe dovuto iniziare sin dall’inizio ma che non si preferisce perseguire a causa del piacimento per il suono della guerra. Si significa fermare il genocidio a Gaza, l’occupazione illegale in Cisgiordania, Si significa senza dubbio sospendere l’uso di armi e riportare il principio di un dialogo basato su concessioni comuni per garantire a tutti la pace e sicurezza”.