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Migranti, Mare Jonio in acque italiane: "Chiediamo un porto sicuro"

Migranti, Mare Jonio chiede porto sicuro

Tra i 30 naufraghi soccorsi dalla Ong Mediterranea ci sono anche due donne incinte, una bimba di un anno e altri 4 minori non accompagnati.

La Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea Saving Humans, ha fatto il suo ingresso in acque territoriali italiane. Si apprende da Tgcom24 che, superato il limite di 12 miglia da Lampedusa, è stata raggiunta da due motovedette della Guardia di Finanza. L’imbarcazione, nella giornata di giovedì 9 maggio, ha tratto in salvo 30 migranti che si trovavano su un gommone in avaria al largo delle coste libiche. Tramite un tweet, la Ong ha precisato che tra i naufraghi soccorsi ci sono due donne incinte, una bimba di un anno e altri quattro minori non accompagnati: “Chiediamo un porto sicuro dove sbarcare uomini, donne e bambini”.

Già nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 maggio, Mediterranea si è messa in contatto con il MRCC di Roma (il Centro di coordinamento dei soccorsi italiani) e ha ricevuto una mail del Viminale “che chiede di fare riferimento alle autorità libiche, quelle di un Paese in guerra dove i diritti umani non esistono”.

Salvini: “Io non do porti”

Poche ore prima, una nave della Marina militare italiana ha soccorso altri 36 migranti al largo della Libia, riporta l’Ansa. In risposta all’operazione, il ministro Matteo Salvini ha ribadito la linea dura dei porti chiusi: “C’è una nave della Marina militare che in acque libiche ha raccolto 40 immigrati, io porti non ne do. Perché in acque libiche? Peraltro pattugliate dalla Guardia costiera libica che ieri, in pieno ramadan, ha soccorso, salvato e portato indietro più di 200 migranti. O si lavora tutti nella stessa direzione, o non può esserci un ministro dell’Interno che chiude i porti e qualcun altro che raccoglie i migranti. È vero che bisogna chiarire alcune vicende all’interno del governo”.

Conte, nave verso Augusta

Viene infatti proprio dal capo del governo il via libera allo sbarco dei naufraghi in un porto italiano. In tarda serata, Giuseppe Conte ha dichiarato: “I 36 migranti che erano a bordo di un’imbarcazione che stava per affondare sono stati messi in salvo dal personale della nostra Marina militare che era a bordo della nave Cigala Fulgosi e ora sono stati tutti trasferiti sull’unità Stromboli. La nave Stromboli viaggia adesso verso il porto militare di Augusta, dove verranno fatti sbarcare“.

Il premier ha poi rassicurato: “Risolveremo anche questo caso. Ho parlato con i partner europei. Ho raccolto la disponibilità di Malta, Francia e Lussemburgo a prendere alcuni migranti. L’Italia attende una risposta anche da Germania, Spagna e Portogallo”.

La risposta della Marina militare

A opporsi alla linea del vicepremier leghista è anche la Marina militare, i cui portavoce hanno precisato – si apprende da Repubblica – che l’intervento della Cigala Fulgosi è avvenuto a 43 miglia dalla costa, dunque in acque internazionali e non libiche. Inoltre “il barcone soccorso imbarcava acqua, era in procinto di affondare con le persone a bordo prive di salvagenti, in imminente pericolo di vita. La nave Cigala Fulgosi fa parte dell’operazione Mare Sicuro e sta conducendo attività di presenza, sorveglianza e deterrenza, anche in ragione dell’attuale situazione di sicurezza presente in Libia”.