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“Epidemia colposa”, focolaio di tubercolosi a Torino: scatta l'allarme

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Un focolaio di tubercolosi in un'ex scuola di Torino desta preoccupazioni sia sul fronte sanitario che su quello politico.

Un allarmante focolaio di tubercolosi è emerso a Torino, precisamente nell’ex scuola Neruda, attualmente occupata da un numero significativo di persone, prevalentemente migranti. Questa situazione ha richiamato l’attenzione delle autorità sanitarie e politiche, suscitando preoccupazioni riguardo alla salute pubblica e alla gestione degli spazi occupati nella città.

Origine del focolaio di tubercolosi

La scoperta del primo caso risale all’estate scorsa, ma è solo negli ultimi mesi che il contagio ha iniziato a diffondersi tra gli occupanti.

Attualmente, si stima che meno di dieci persone siano state contagiate, compresi due bambini. Questo solleva interrogativi gravi sulla salute di tutti coloro che vivono nell’edificio. Secondo fonti ufficiali, l’ASL ha avviato un’indagine per chiarire l’origine del focolaio e ha depositato una denuncia in procura per epidemia colposa.

La situazione all’interno dell’ex scuola

Lo Spazio Neruda, situato nella zona nord di Torino, ospita circa 200 residenti, molti dei quali sono migranti irregolari provenienti da paesi come Tunisia, Nigeria e Marocco. La mancanza di un censimento ufficiale ha reso difficile per le autorità comprendere la reale entità del fenomeno e implementare misure adeguate. Nonostante le numerose richieste di sgombero nel corso degli anni, l’amministrazione comunale non ha mai intrapreso azioni concrete per risolvere la situazione.

Le reazioni istituzionali e politiche

Il caso ha suscitato reazioni forti da parte della politica locale. Maurizio Marrone, assessore regionale alle politiche sociali, ha denunciato la situazione come un’emergenza di salute pubblica, attribuendo responsabilità all’amministrazione comunale attuale. Marrone ha dichiarato che la mancata gestione delle occupazioni abusive, come quella dell’ex scuola Neruda, mette a rischio la salute non solo degli occupanti, ma anche dei cittadini torinesi, compresi i bambini.

Richieste di intervento e responsabilità

In una nota ufficiale, Marrone si è rivolto direttamente al sindaco Stefano Lo Russo, sottolineando l’urgenza di intervenire prima che la situazione degeneri ulteriormente. La volontà di regolarizzare centri sociali come Askatasuna ha alimentato polemiche politiche, con accuse di lassismo nei confronti del governo locale. Secondo Marrone, l’inerzia di fronte a questa crisi sanitaria è inaccettabile, specialmente considerando i rischi di contagio che possono estendersi oltre i confini dello stabile occupato.

Risposte sanitarie e prevenzione

Di fronte a questa emergenza, l’ASL ha attivato procedure di profilassi e screening per i contatti stretti, gestendo test di Mantoux per identificare ulteriori casi di contagio. L’ospedale Amedeo di Savoia, centro di riferimento per le malattie infettive a Torino, è coinvolto nella gestione della situazione. Tuttavia, nonostante gli sforzi, resta aperta la questione della regolarizzazione e della gestione degli spazi occupati, che potrebbe prevenire futuri focolai di malattie infettive.

Il futuro delle occupazioni a Torino

Questa situazione mette in luce la necessità di un approccio più rigoroso nei confronti delle occupazioni abusive nelle grandi città italiane. Mentre è comprensibile il bisogno di accoglienza per le persone in difficoltà, è fondamentale stabilire regole e controlli per garantire la sicurezza e la salute pubblica. La vicenda dell’ex scuola Neruda è un monito su quanto possa essere pericolosa l’assenza di supervisione e gestione in contesti fragili.

Torino si trova ora a un bivio, con la crescente pressione di affrontare le problematiche legate all’immigrazione e alla salute pubblica. Solo con un intervento deciso e coordinato sarà possibile evitare che simili emergenze si ripetano in futuro.