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Furto banche dati: Riesame, 'Pazzali mente illecita Equalize ma non motore o braccio'

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Milano, 31 lug. (Adnkronos) - Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano ed ex titolare di Equalize, si è rivelato "un uomo scaltro, abile nel concretizzare" le potenzialità illecite dell'agenzia investigativa, ma "non possiede alcuna competenza inform...

Milano, 31 lug. (Adnkronos) – Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano ed ex titolare di Equalize, si è rivelato "un uomo scaltro, abile nel concretizzare" le potenzialità illecite dell'agenzia investigativa, ma "non possiede alcuna competenza informatica o investigativa che era la vera cifra della pericolosità" della società di via Pattari a Milano e per questo l'esigenza cautelare (la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari nell'inchiesta sul presunto dossieraggio illecito) non può essere accolta.

E' questo, in sintesi, il ragionamento dei giudici del Riesame che – dopo quattro mesi dalla celebrazione dell'udienza – hanno condiviso l'impianto accusatorio, ma non l'esigenza dei domiciliari.

Pazzali "conosce politici, imprenditori, appartenenti alle forze dell'ordine (anche di alto rango) e intreccia questa sua rete di conoscenze con le attività delittuose per acquisire utilità funzionali al sodalizio", finanzia Equalize, "richiede notizie sui suoi competitor in incarichi di rilievo pubblico e antagonisti (veri o presunti) nell'ambito in cui opera, cerca informazioni per il suo entourage politico-istituzionale di riferimento. Si pone al centro e opera per restarci di un circuito patologico che si auto-alimenta da un agire delittuoso" che garantisce "importanti profitti" da parte di una clientela selezionata, "disposta a pagare fatture da centinaia di migliaia di euro per spionaggio industriale o per acquisire informazioni su soci o partner commerciali, sorvegliare familiari, amanti e nemici".

Pazzali – difeso dall'avvocato Federico Cecconi – è, insieme a l'ex superpoliziotto Carmine Gallo (morto a marzo, ndr), "la mente illecita di Equalize non ne è, però, né il motore né il braccio: è privo delle competenze tecnico-informatiche (proprie di Calamucci che insieme a Camponovo e Cornelli gestiva gli informatici) e di quelle propriamente investigative (appannaggio, nel grado succedaneo a Gallo, di De Marzio, di Rovini e di Di lulio)". Per la sezione del Tribunale del Riesame presieduta da Luisa Savoia, l'ex titolare dell'agenzia investigativa non è un soggetto in grado di operare in autonomia "ed è cristallino anche per i sodali, che infatti distinguono il proprio ruolo operativo da quello di 'operosa rappresentanza' di Pazzali". Inoltre, tra i fattori "del contenimento del pericolo di reiterazione", c'è la difficoltà di immaginare un agevole ripristino delle condizioni "per una ripresa dell'attività illecita da parte di Pazzali, se non per sua volontà quanto meno per il venir meno dell'anonimato e della discrezione, fondamentali nelle investigazioni lecite e ancor di più in quelle illecite".