Nel corso delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi emergono dettagli importanti riguardo all’impronta 33 trovata sul muro della villetta di Garlasco. Gli ultimi sviluppi processuali e tecnici hanno fatto emergere posizioni contrastanti tra le parti coinvolte. Ecco la posizione dei consulenti di Stasi.
Impronta 33: limiti degli accertamenti biologici e decisioni della Procura di Pavia
Riguardo all’impronta 33, rilevata sulla parete delle scale della villetta, la Procura di Pavia aveva dichiarato che non era possibile effettuare ulteriori accertamenti biologici. Era stata inoltre respinta la richiesta di incidente probatorio avanzata dai legali della famiglia della vittima, e si era ridimensionata l’ipotesi secondo cui l’impronta potesse appartenere a una mano destra insanguinata. Nel provvedimento datato 2 luglio, visionato dall’Adnkronos, i pubblici ministeri titolari della nuova indagine, nella quale Andrea Sempio risulta indagato in concorso con altri o con Alberto Stasi, hanno spiegato che l’intonaco asportato nell’area dell’impronta 33 era già stato interamente utilizzato per indagini biologiche, come riferito dal tenente colonnello Alberto Marino del RIS il 9 giugno 2025.
Pur citando la relazione del RIS di Parma del 15 ottobre 2007, la Procura non ha specificato che la traccia 33 era stata sottoposta subito dopo l’omicidio all’OBTI test, l’analisi più affidabile per individuare sangue umano, che aveva dato esito negativo. Inoltre, la fiala contenente il materiale prelevato originariamente non è stata ritrovata il 17 giugno 2025 tra i reperti consegnati dal RIS di Parma, oggi oggetto dell’incidente probatorio, rendendo così impossibile procedere con ulteriori accertamenti biologici sul reperto fotografico dell’impronta, come sottolineato dai magistrati.
Accertamenti sull’impronta 33: la posizione dei consulenti di Stasi
La relazione tecnica evidenzia che l’impronta 33 non deriva da un contatto casuale, ma da una pressione forte, simile a quella di una persona che ha poggiato con forza tutta la mano sul muro. Questo tipo di contatto non è compatibile con una normale discesa dalle scale. I periti della difesa di Stasi hanno inoltre rilevato che l’analisi dattiloscopica concorda con le conclusioni espresse dai consulenti della Procura di Pavia, dal responsabile del reparto dattiloscopico del RIS e da un consulente esterno.
L’impronta 33, trovata a Garlasco vicino al corpo di Chiara Poggi e contaminata da sudore e sangue, è stata attribuita dalla consulenza difensiva ad Andrea Sempio. Secondo quanto riportato dal Tg1, il contatto palmare individuato è risultato intenso e incompatibile con una semplice discesa dalle scale.