Da giorni è tornato al centro dell’attenzione il delitto di Garlasco, a distanza di anni da quel tragico 13 agosto 2007 in cui Chiara Poggi fu trovata senza vita nella villetta di famiglia. Nella mattinata di oggi, intorno alle ore 12:30, sono partite nuove operazioni investigative: le autorità hanno avviato lo svuotamento del canale che attraversa il centro di Tromello, a pochi chilometri dal luogo del delitto.
Una decisione che riaccende i riflettori su uno dei casi più discussi della cronaca italiana.
Delitto di Garlasco, novità dalle indagini: la confessione choc di un super-testimone
A riaccendere i riflettori su uno dei casi più enigmatici della cronaca giudiziaria italiana è stata una nuova testimonianza, che ha indirizzato l’attenzione degli inquirenti verso una stretta roggia, ormai quasi del tutto prosciugata, situata accanto ai binari ferroviari a Tromello, a pochi chilometri da Garlasco. Non si tratta di un luogo casuale: il corso d’acqua si trova nei pressi di una vecchia casa di corte che un tempo apparteneva alla nonna delle gemelle Cappa, cugine della vittima Chiara Poggi.
Il super-testimone avrebbe indicato come possibile arma del delitto un attizzatoio da camino. Un oggetto simile figurerebbe tra quelli sequestrati nel 2007 a casa di Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara e unico imputato del processo. “Da casa Poggi manca solo un martello, l’attizzatoio del camino non è mai sparito dalla villetta di via Pascoli a Garlasco”, così Gian Luigi Tizzoni, avvocato che affianca la famiglia Poggi nel processo sull’omicidio di Chiara, precisa all’Adnkronos.
Secondo le indiscrezioni emerse a Le Iene, il testimone avrebbe riconosciuto in Stefania Cappa — all’epoca studentessa di Giurisprudenza e cugina della vittima — la persona che avrebbe lanciato l’arma nel canale, nei pressi dell’abitazione di famiglia dove viveva il fratello maggiore Cesare. È importante precisare che Stefania Cappa non risulta indagata né lo è mai stata.
Delitto di Garlasco, novità dalle indagini: prosciugato il canale Tromello
Intorno alle 12:30 ha preso il via lo svuotamento del canale che attraversa il centro di Tromello. Secondo quanto riferito da un tecnico comunale all’ANSA, l’intervento è stato eseguito con l’ausilio di paratie per isolare il tratto interessato, consentendo così alle idrovore di prosciugare l’alveo. Le pompe sono state posizionate sul lato opposto rispetto a quello che ha attirato l’attenzione degli investigatori nel corso della mattinata.
Il canale interessato, il Cavo Bozzani, sarebbe già stato dragato in passato. Una commerciante della zona, titolare di un bar vicino, ha raccontato all’ANSA di ricordare un precedente intervento in cui l’acqua era stata rimossa, anche se, a suo parere, si era trattato principalmente della rimozione di vegetazione lungo gli argini.
Fonti comunali avrebbero confermato che l’ultima vera attività manutentiva risale al periodo 2017-2018, ossia un decennio dopo il delitto. Proprio per questo motivo, la possibilità di rinvenire elementi utili sarebbe considerata piuttosto bassa.
Il tratto di roggia oggetto di interesse investigativo si estende per circa 1,2 chilometri, ma le ricerche si concentreranno su un segmento molto più circoscritto: 300 metri situati all’interno dell’abitato, precisamente nel punto in cui il super-testimone, intervistato dalla trasmissione Le Iene, ha affermato di aver visto gettare l’arma che avrebbe ucciso Chiara Poggi. Il video dell’intervista è stato sequestrato dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano. La registrazione sarà trasmessa per intero il 20 maggio.