> > Giornata nazionale delle periferie, "11 anni di impegno e lotta" ispirati da ...

Giornata nazionale delle periferie, "11 anni di impegno e lotta" ispirati da Fortuna Loffredo

giornata nazionale delle periferie

La giornata nazionale delle periferie mette al centro le storie di dolore e rinascita, portando attenzione a quartieri troppo spesso dimenticati dalle istituzioni.

Sono undici anni che Domenica Guardato vive con un dolore che non si placa. Undici anni da quel 24 giugno 2014, giorno in cui sua figlia Fortuna Loffredo, solo sei anni, è stata strappata alla vita. Scaraventata dall’ottavo piano di un palazzo al Parco Verde di Caivano, luogo di orrori nascosti, dove la bambina subiva violenze da tempo.

Oggi, proprio il 24 giugno 2025, l’Italia celebra per la prima volta la giornata nazionale delle periferie urbane, istituita dalla legge 170/2024, per ricordare Fortuna e per non far cadere nel vuoto il grido di chi abita ai margini.

Giornata nazionale delle periferie: la voce di chi non si arrende

«Darei la vita per avere ancora la mia Chicca», dice Domenica con una voce che si spezza. Lei, che ha scelto di lasciare Caivano, trasferirsi al Nord, portare via se stessa e suo figlio, 20 anni, in cerca di un respiro più sicuro. Ma la paura resta. «Periferie o no, fuori o dentro casa, qui girano coltelli, pistole. I ragazzi devono stare attenti. Hanno tutta la vita davanti. E devono imparare cos’è l’amore vero. Non quello che fa solo male». E poi c’è Fatima, nata a gennaio 2024, un nome nuovo, un segno di speranza: «Chicca resterà sempre Chicca. Ma Fatima è un dono che Dio mi ha fatto. Una luce in mezzo al buio». Undici anni di lotta, di dolore, di paura, ma anche di speranza. Di chi vuole che non succeda mai più.

Giornata nazionale delle periferie: una luce sulle ferite dimenticate

La giornata nazionale delle periferie non è solo memoria. È accendere riflettori sulle emergenze reali. Lo spiega bene l’onorevole Alessandro Battilocchio, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie: «Questa ricorrenza deve ricordarci che le periferie sono zone troppo a lungo ignorate, dove il degrado è quotidiano, dove bambini crescono in condizioni disumane». Come nel quartiere Ciambra di Gioia Tauro, in Calabria, dove più di 170 bambini vivono in baracche senza servizi, tra povertà estrema e insicurezza. «Non si può più tollerare. È una vergogna sociale», dice Battilocchio. E’ giusto parlarne nella giornata nazionale delle periferie.

Ma ci sono anche segni di rinascita. A Roma, vicino all’Albuccione, e a Castelnuovo di Porto, bambini e ragazzi cominciano a sognare, a scrivere sui muri i desideri per un futuro diverso. Scuole, laboratori di scrittura, progetti di legalità. La commissione ha spinto perché il Premio Strega Giovani si svolga a Tor Bella Monaca e Caivano. E al centro Don Pino Puglisi, la riqualificazione di un impianto sportivo confiscato alla mafia ha ripreso vita. Perché le periferie non siano solo storie di abbandono, ma anche di riscatto e tenacia.