Benjamin Netanyahu è atterrato alla Joint Base Andrews, fuori Washington. È notte, il cielo è limpido, ma l’atmosfera no. Finalmente però i primi colloqui tra Israele e Hamas. Ad aspettarlo, con sorrisi un po’ forzati, ci sono l’ambasciatore Yechiel Leiter, il console generale a New York Ofir Akunis e il vice ambasciatore Eliav Benjamin. Formalità di rito.
Primi colloqui tra Israele e Hamas, Netanyahu a Washington tra strette di mano e tensione crescente
Il motivo del viaggio, però, è tutto tranne che cerimoniale. Alle 18:30 ora locale – mezzanotte e mezza in Italia – Netanyahu varcherà la soglia della Casa Bianca per incontrare Donald Trump. Un colloquio che si preannuncia delicato, soprattutto ora. Nelle prossime ore, il premier israeliano vedrà anche il Segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff. Al centro, ovviamente, la guerra. E quel filo invisibile che tiene legati Washington, Tel Aviv e Gaza.
Bombe su Gaza mentre partono i primi colloqui tra Israele e Hamas: cosa sta succedendo
Mentre Netanyahu si prepara ai colloqui tra Israele e Hamas, dall’altra parte del mondo le sirene suonano ancora. E non sono metafore. Secondo quanto riferito da fonti mediche locali, almeno 14 palestinesi sono morti a causa dei raid israeliani che, da stamattina all’alba, stanno colpendo varie zone della Striscia. La notizia arriva da Wafa, l’agenzia palestinese.
È questo il contesto in cui, lentamente e con mille ostacoli, si muovono i primi tentativi di dialogo. I colloqui Israele Hamas – se davvero così li si può già chiamare – non sono diretti. Per ora, solo messaggi trasmessi da mediatori. Frammenti. Parole che viaggiano via Qatar, via Egitto, tra accuse incrociate e minacce neanche tanto velate.
Nessun accordo all’orizzonte, solo passi cauti. Ma il fatto che se ne parli, che se ne sussurri anche solo in stanze chiuse a chiave, è già un inizio. Forse. Intanto Netanyahu è qui, Trump pure. E tra i due, al di là delle foto ufficiali, si gioca qualcosa di più grande. Una trattativa che non riguarda solo due leader, ma migliaia di vite sospese.