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Il presidente del Madagascar tenta di sciogliere l'Assemblea Nazionale tra le proteste

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La crisi politica del Madagascar si aggrava con l'escalation delle proteste mentre il presidente tenta di sciogliere il parlamento.

La situazione politica in Madagascar è caratterizzata da un momento di grande tensione. Il presidente Andry Rajoelina, attualmente in difficoltà, ha annunciato attraverso i social media la dissoluzione dell’Assemblea Nazionale, nel tentativo di evitare una perdita di potere imminente. Questa decisione è stata presa in vista di un voto di impeachment previsto, ma la sua efficacia è messa in discussione dalle crescenti manifestazioni popolari e dal sostegno militare a tali proteste.

La dissoluzione dell’assemblea è stata ufficialmente comunicata dal presidente tramite una dichiarazione su Facebook, specificando che il decreto sarebbe entrato in vigore immediatamente dopo la sua trasmissione via radio o televisione. Rajoelina, la cui posizione è sempre più precaria, ha giustificato la sua decisione come necessaria per ripristinare l’ordine nel nostro paese e rafforzare la democrazia.

Le conseguenze politiche della dissoluzione

Il leader dell’opposizione, Siteny Randrianasoloniaiko, ha contestato la legalità del decreto, sottolineando che non è stato consultato il presidente dell’Assemblea Nazionale, Justin Tokely. Questa situazione solleva interrogativi sulla legittimità dell’azione di Rajoelina, in un momento in cui il suo governo affronta una crisi di fiducia e crescente malcontento popolare.

Il contesto delle proteste

Le manifestazioni antigovernative, iniziate il 25 settembre, sono state alimentate da problemi come le interruzioni di acqua e energia elettrica. Tuttavia, si sono rapidamente ampliate per includere richieste più ampie riguardanti il costo della vita, la povertà e presunti atti di corruzione del governo. Queste manifestazioni hanno visto la partecipazione di migliaia di cittadini, tra cui funzionari pubblici e membri di sindacati, che chiedono con forza le dimissioni del presidente.

Il ruolo dell’esercito e delle forze di sicurezza

La situazione militare si è complicata ulteriormente quando alcune unità dell’esercito hanno disertato, esprimendo il proprio supporto ai manifestanti. In un comunicato, l’unità d’élite CAPSAT, che in passato aveva sostenuto Rajoelina durante un colpo di stato nel 2009, ha annunciato di aver preso il controllo della situazione militare, rifiutando di aprire il fuoco sui manifestanti.

Il viaggio all’estero del presidente

Rajoelina, in un intervento video, ha spiegato di essere fuggito all’estero in cerca di sicurezza, dichiarando di trovarsi in uno spazio sicuro. Fonti militari hanno confermato che il presidente è partito su un aereo dell’esercito francese, sebbene il governo francese non abbia confermato attivamente questo coinvolgimento. La fuga del presidente ha sollevato preoccupazioni circa la stabilità del governo e il futuro politico del paese.

Le implicazioni per il futuro del Madagascar

Andry Rajoelina, che ha cercato di presentarsi come un riformista, ha guidato un governo di transizione fino al 2014, per poi tornare al potere dopo le elezioni del 2019. Tuttavia, la sua amministrazione ha affrontato accuse di corruzione e inefficienza, contribuendo al crescente malcontento popolare. La situazione attuale ha portato a un bilancio tragico di almeno 22 morti e oltre 100 feriti, secondo le stime delle Nazioni Unite, sebbene il governo contesti tali numeri.

Il movimento Gen Z Madagascar, composto principalmente da giovani, ha tratto ispirazione da recenti sollevazioni in altre nazioni. Questo gruppo ha rifiutato le offerte di dialogo da parte del governo, evidenziando una forte determinazione a perseguire il cambiamento. La loro resistenza sottolinea un desiderio di riforma profonda in un paese dove solo un terzo della popolazione ha accesso all’elettricità e le interruzioni di corrente sono all’ordine del giorno.