Argomenti trattati
Il terremoto di magnitudo 6.0 che ha colpito l’Afghanistan orientale il 31 agosto ha causato la morte di oltre 2.200 persone, con circa 3.600 feriti, secondo le autorità talebane. Questo disastro ha profondamente colpito le province di Kunar e Nangarhar, lasciando circa mezzo milione di persone in difficoltà. Le operazioni di soccorso continuano anche a distanza di settimane dall’accaduto, ma le donne rimangono in gran parte assenti dai tentativi di assistenza.
Restrizioni imposte dal regime talebano
Dal ritorno al potere dei Talebani nel 2021, sono state imposte severe restrizioni sul lavoro delle donne, inclusa l’interdizione di operare nelle organizzazioni non governative. Nel 2022, è stata introdotta una legge che vietava alle donne di lavorare per le ONG nazionali e internazionali. Anche se alcune organizzazioni hanno tentato di trovare compromessi permettendo a poche donne di lavorare a patto di essere accompagnate da un mahram (guardiano maschile), il numero di donne attive come operatrici umanitarie è drasticamente diminuito.
Conseguenze sulle operazioni di soccorso
La mancanza di personale femminile ha reso complesso il lavoro delle ONG e degli enti di soccorso, specialmente in situazioni di emergenza come quella attuale. Secondo le stime delle Nazioni Unite, più della metà delle vittime del terremoto erano donne e ragazze. Tuttavia, nonostante le difficoltà, alcune donne colpite dal terremoto hanno testimoniato come i soccorritori maschi siano stati in grado di fornire assistenza.
Il ruolo degli operatori umanitari maschili
Molte donne hanno raccontato di come i soccorritori maschi abbiano contribuito a salvarle, anche in contesti dove le barriere culturali limiterebbero in teoria la loro interazione. Gulalai, una madre di sei figli che ha perso tutti i suoi bambini nel terremoto, ha descritto la sua esperienza: “Ero in preda al dolore e aspettavo soccorso. I soccorritori maschi mi hanno curato e evacuato”. Queste testimonianze evidenziano un paradosso: nonostante le difficoltà imposte dalle norme sociali, i soccorritori hanno risposto alle necessità immediate delle vittime.
Richiesta di aiuto da parte delle organizzazioni internazionali
Il WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha esortato le autorità talebane a revocare le restrizioni sulle operatrici umanitarie, sottolineando che la scarsità di personale femminile sta ostacolando le operazioni di soccorso. Mukta Sharma, rappresentante del WHO a Kabul, ha affermato che il 90% dei lavoratori medici nell’area colpita era di sesso maschile, mentre solo il 10% erano donne, principalmente infermiere e ostetriche.
Le sfide per le donne nei campi di soccorso
Le difficoltà non si fermano ai soccorsi immediati. Le donne sopravvissute al terremoto affrontano condizioni precarie nei campi di emergenza. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, oltre 7.700 famiglie sono ancora rifugiate all’aperto, e la mancanza di servizi igienici adeguati rappresenta una grave sfida. Ruhila Mateen, portavoce di Aseel, ha evidenziato come le donne spesso evitino di utilizzare i bagni comuni per paura di violare le norme culturali.
Impatto sulla salute e sulla maternità
Le condizioni igieniche nei campi stanno causando problemi di salute tra le donne, come febbre e dolori addominali. Inoltre, la mancanza di accesso a cure mediche adeguate per le donne incinte aumenta il rischio di mortalità materna. Pashtana Durrani, fondatrice di Learn Afghanistan, ha sottolineato come le donne in gravidanza siano particolarmente vulnerabili e spesso non riescano a ricevere assistenza medica necessaria.
Necessità di un cambiamento
È cruciale che le organizzazioni umanitarie considerino le specifiche esigenze delle donne durante le crisi. Senza il supporto di personale femminile, molte donne e ragazze rischiano di non ricevere assistenza vitale. Le parole di Ferguson delle Nazioni Unite sono chiare: “Le operatrici umanitarie sono fondamentali per superare le barriere di genere in situazioni di crisi”. La situazione in Afghanistan richiede un’azione immediata e una riconsiderazione delle politiche attuali affinché le donne possano contribuire e ricevere aiuto in modo equo.