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Inchiesta Millennium: arresti e indagini in Calabria

Immagine che rappresenta l'inchiesta Millennium in Calabria

Indagini su ex consiglieri e politici calabresi coinvolti in reati gravi

Un’operazione di grande portata

L’inchiesta Millennium, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha portato a un’operazione di vasta scala che ha visto l’arresto di 97 persone, tra cui ex consiglieri regionali e figure di spicco della politica calabrese. Gli indagati, tra cui Sebastiano Romeo del Partito Democratico e Alessandro Nicolò di Fratelli d’Italia, sono accusati di vari reati, tra cui lo scambio elettorale politico-mafioso.

Questa operazione segna un nuovo capitolo nella lotta contro la corruzione e l’infiltrazione mafiosa nella politica locale.

Il contesto dell’inchiesta

La Calabria, storicamente segnata da infiltrazioni mafiose, si trova nuovamente al centro dell’attenzione per le sue problematiche politiche e sociali. Nicolò, già coinvolto nell’inchiesta “Libro nero”, è attualmente sotto processo, mentre l’ex assessore Pasquale Tripodi è stato posto ai domiciliari, con l’aggravante mafiosa esclusa. L’operazione ha rivelato un sistema complesso di relazioni tra politica e criminalità organizzata, evidenziando come le elezioni regionali del 2020 siano state influenzate da pratiche illecite.

Le conseguenze per la politica calabrese

Nonostante l’assenza di politici in carica tra gli arrestati, l’operazione ha messo in luce la vulnerabilità del sistema politico calabrese. I soggetti coinvolti nella campagna elettorale del 2020 sono stati identificati come parte di un meccanismo più ampio di corruzione e collusione. La presenza di esponenti della cosca Alvaro di Sinopoli, tra cui Cosimo Alvaro, noto come “Pelliccia”, sottolinea la gravità della situazione. La Dda continua a monitorare la situazione, con l’obiettivo di smantellare le reti mafiose che minacciano la democrazia e la legalità in Calabria.