Argomenti trattati
Il caso di Rob Cornelis Huijben
La tragica morte di Rob Cornelis Huijben, sommozzatore olandese, ha scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla sicurezza nei lavori subacquei. Huijben è deceduto mentre era impegnato nel taglio del boma del veliero Bayesian, naufragato a Porticello lo scorso agosto. Le indagini, condotte dai pm di Termini Imerese, Concetta Federico e Raffaele Cammarano, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati del legale rappresentante della Smith & Savage, l’azienda per cui lavorava il sub.
Le accuse mosse includono omicidio colposo e violazione delle normative sulla sicurezza nei posti di lavoro.
Le responsabilità aziendali
L’iscrizione nel registro degli indagati è stata effettuata come atto dovuto, prima dell’autopsia, evidenziando la responsabilità del titolare della Smith & Savage nella sicurezza dei sommozzatori. Questo passaggio è cruciale, poiché la sicurezza sul lavoro è un tema di fondamentale importanza, soprattutto in ambienti così rischiosi come quelli subacquei. La possibilità di nominare un consulente di parte ha permesso all’indagato di partecipare all’esame autoptico, un atto irripetibile che potrebbe fornire ulteriori dettagli sulle cause della morte di Huijben.
Le operazioni di recupero e l’uso della tecnologia
Le operazioni di recupero del veliero Bayesian, che dovrebbero concludersi nella prima settimana di giugno, hanno visto l’impiego di tecnologie avanzate. Al posto dei sommozzatori, ora sono i robot sottomarini a scendere in profondità per effettuare i lavori necessari. Questa evoluzione tecnologica non solo mira a garantire una maggiore sicurezza, ma anche a ridurre i rischi per i lavoratori. Tuttavia, la morte di Huijben ha messo in luce la necessità di rivedere e migliorare le procedure di sicurezza nel settore, affinché tragedie simili non si ripetano in futuro.