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L.elettorale: Parrini (Pd), 'discussione a destra contro Costituzione e Corte'

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Roma, 24 lug. (Adnkronos) - "È incredibile, stando ad alcune indiscrezioni di stampa, la leggerezza con cui nel centrodestra si continua a discutere di riforma elettorale, ovviamente di straforo e fuori da ogni considerazione di interesse generale. Una discussione che sembra avere come p...

Roma, 24 lug. (Adnkronos) – "È incredibile, stando ad alcune indiscrezioni di stampa, la leggerezza con cui nel centrodestra si continua a discutere di riforma elettorale, ovviamente di straforo e fuori da ogni considerazione di interesse generale. Una discussione che sembra avere come principale caratteristica il fatto di non tener conto della Costituzione e delle sentenze della Corte Costituzionale".

Lo dice il senatore Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali.

"Ad esempio – prosegue Parrini – da mesi si parla di premio nazionale di maggioranza fingendo di non sapere che l'art. 57 della Costituzione lo rende impossibile al Senato e che il nostro ordinamento resta imperniato sul bicameralismo paritario. L'ultima trovata di cui ci è dato leggere pare essere quella della 'lista bloccata di coalizione', collegata al candidato premier stampato sulla scheda. Un'idea che com'è noto è incompatibile con la sentenza 1 del 2014 con cui la Corte Costituzionale bocciò il Porcellum di Calderoli e le liste bloccate lunghe. Tanto che dopo quella sentenza le regioni, gran parte delle quali usarono questo meccanismo tra il 1995 e il 2010, progressivamente, salvo rarissimi casi come Piemonte e Sicilia, procedettero ad eliminarlo".

"Per dare un premio di maggioranza sotto questa forma per l'elezione del Parlamento bisognerebbe infatti prevedere una lista bloccata di circa 80 nomi alla Camera e di circa 40 al Senato. Due lenzuolate di nominati che sarebbero palesemente viziate da illegittimità incostituzionale ai sensi della suddetta sentenza. Tutta questa improvvisazione e disinvoltura fa cadere le braccia. Sulle riforme delle regole del gioco si deve dialogare con l'opposizione, cosa che la destra non fa. E soprattutto, parlando di legge elettorale, deve essere chiaro che l'esigenza numero uno, dopo 20 anni di liste bloccate, è ridare potere agli elettori ripristinando le preferenze. Aggravando il problema dei 'nominati' si andrebbe in direzione esattamente opposta".