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La gestione dei lupi in Lessinia: tra necessità e animalismo

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Il dibattito sull'abbattimento dei lupi in Lessinia mette in luce contraddizioni tra tutela dell'ambiente e necessità economiche.

La questione dell’abbattimento dei lupi in Lessinia rappresenta un tema spinoso e controverso, che divide l’opinione pubblica tra sostenitori della protezione della fauna e chi esprime preoccupazione per i danni all’economia locale. Recentemente, il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile l’appello di alcune associazioni animaliste, confermando il decreto del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che autorizza il prelievo di due esemplari.

Questa decisione solleva interrogativi significativi.

Un problema reale o una narrazione selettiva?

La situazione è complessa. Le associazioni animaliste rivendicano il diritto dei lupi a vivere indisturbati nel loro habitat naturale. Tuttavia, agricoltori e allevatori lamentano perdite subite a causa delle predazioni, in particolare nella zona di Malga Boldera. Questo è il punto cruciale: si parla di numeri, e i numeri non mentono. Secondo le stime, gli attacchi dei lupi hanno causato danni economici significativi, mettendo a rischio l’attività di chi vive di pastorizia.

Il conflitto tra fauna selvatica e attività umane non è un fenomeno nuovo. È una realtà che si verifica da anni, spesso ignorata in nome di ideologie romantiche sul mondo animale. La Legge provinciale 9 del 2018, che prevede l’abbattimento selettivo in caso di predazioni ripetute, rappresenta un tentativo di cercare un equilibrio, ma non basta. La provincia ha espresso un parere positivo in linea con le pratiche di gestione della fauna selvatica, supportate da Ispra, l’ente nazionale per la protezione dell’ambiente.

La difficile strada della gestione faunistica

La gestione degli animali selvatici richiede decisioni difficili e talvolta impopolari. Si è di fronte a un dilemma: proteggere la fauna selvatica o garantire la sussistenza delle comunità locali? La risposta non è semplice e richiede una profonda riflessione. Gli animalisti spesso si concentrano sugli aspetti emotivi del dibattito, trascurando le implicazioni economiche e sociali.

In un’epoca in cui la sostenibilità è al centro delle agende politiche, è necessario un approccio pragmatico che consideri anche le esigenze delle comunità umane. Non è sostenibile sacrificare i mezzi di sussistenza di intere comunità in nome di una visione idealizzata della natura. La coesistenza tra esseri umani e animali deve essere gestita con intelligenza e rispetto reciproco.

Conclusione: riflessioni necessarie per il futuro

Il caso dei lupi in Lessinia non rappresenta solo una questione di abbattimento o protezione, ma è simbolo di un problema più ampio che riguarda tutti. È un invito a riflettere sulla responsabilità nei confronti della natura e delle comunità che la abitano. Non è possibile ignorare i danni derivanti dalla presenza di animali selvatici in aree in cui l’uomo ha costruito la propria vita e il proprio lavoro.

È necessario promuovere un pensiero critico: come si può trovare un equilibrio tra la protezione della fauna e la tutela delle comunità locali? È tempo di abbandonare visioni manichee e affrontare le complessità di un mondo in cambiamento. Solo così si potrà sperare di costruire un futuro in cui uomini e animali possano vivere in armonia, senza sacrificare l’uno per l’altro.