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Un finanziamento perduto
La Calabria si trova a fronteggiare una situazione drammatica legata alla revoca di un finanziamento di 259.735.539 euro, inizialmente concesso dalla Cassa per il Mezzogiorno e successivamente dai ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture. Questo importo, ora irrimediabilmente perso, è solo la punta dell’iceberg di un progetto che ha visto 102.602.269 euro spesi in modo inefficace, senza mai realizzare l’opera prevista.
La situazione è aggravata dal fatto che i lavori hanno causato un danno ambientale permanente, deturpando aree di grande valore ecologico con l’uso di tonnellate di cemento armato.
Le indagini della Corte dei conti
La Procura della Corte dei conti di Catanzaro ha avviato un’inchiesta nei confronti del “Consorzio di bonifica ionio-catanzarese” e dei suoi dirigenti, accusandoli di aver gestito in modo irresponsabile un progetto che avrebbe dovuto portare benefici significativi alla regione. L’indagine, coordinata dal procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma, ha rivelato che il progetto della diga sul fiume Melito, destinato a servire i comuni di Gimigliano, Sorbo San Basile e Fossato Serralta, era afflitto da gravi carenze fin dall’inizio. Gli organi tecnici del ministero delle Infrastrutture avevano già messo in guardia sulla necessità di integrazioni progettuali per garantire la sicurezza dell’invaso, ma queste non sono mai state attuate in modo adeguato.
Le conseguenze di un progetto fallito
Oltre ai danni erariali, le indagini hanno evidenziato che la mancata realizzazione della diga ha avuto ripercussioni significative sulla comunità calabrese. Questo progetto, inserito nel programma di opere strategiche, avrebbe dovuto risolvere la cronica carenza d’acqua che affligge mezzo milione di calabresi e centinaia di aziende agricole, spesso colpite da periodi di siccità. Inoltre, la diga avrebbe potuto generare energia idroelettrica sufficiente a soddisfare le esigenze di circa cinquanta comuni a valle. La situazione attuale rappresenta non solo un fallimento economico, ma anche un grave danno per l’ambiente e per le comunità locali, che continuano a soffrire per l’assenza di infrastrutture adeguate.