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Le intercettazioni delle navi umanitarie da parte della marina israeliana sollevano preoccupazioni

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Le azioni militari di Israele contro una flottiglia umanitaria scatenano proteste globali e richieste di intervento governativo.

Recenti sviluppi nel Mediterraneo hanno visto la marina israeliana intercettare diverse imbarcazioni di una flottiglia umanitaria diretta verso la Striscia di Gaza. Questa operazione ha portato alla detenzione di numerosi attivisti a bordo di queste navi, aumentando le tensioni nella regione.

Intercettazioni e detenzioni

Secondo gli organizzatori, almeno tre navi della Global Sumud Flotilla, composta da 44 imbarcazioni e circa 500 partecipanti, sono state intercettate a circa 70 miglia nautiche (130 km) dalla costa di Gaza.

Il Ministero degli Affari Esteri israeliano ha confermato tramite un post su X che diverse navi sono state fermate con successo e che i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano.

Dettagli dell’operazione

Tra i detenuti si trova l’attivista svedese Greta Thunberg, presente a bordo della nave ammiraglia, l’Alma. Il ministero ha rassicurato il pubblico tramite un video, affermando che Thunberg e i suoi compagni erano al sicuro. Tuttavia, il gruppo di attivisti ha riportato che almeno sei navi sono state abbordate dalla marina, tra cui Deir Yassin/Mali, Huga, Spectre, Adara, Alma e Sirius.

Il gruppo ha denunciato che alcune imbarcazioni hanno subito atti di violenza, come un incidente di speronamento deliberato che ha coinvolto la nave Florida e attacchi con cannoni ad acqua su Yulara e Meteque.

Problemi affrontati dagli attivisti

Prima delle intercettazioni, gli attivisti hanno riferito che i loro sistemi di comunicazione erano stati compromessi dall’esercito israeliano, che ha disabilitato i loro dispositivi. Questa interruzione ha ostacolato la loro capacità di trasmettere aggiornamenti in diretta e di comunicare sulla loro missione al mondo.

Dichiarazioni degli attivisti

I canali ufficiali della Global Sumud Flotilla hanno condannato le azioni militari, affermando che le loro imbarcazioni erano state intercettate illegalmente. Hanno sottolineato: “Persone di coscienza sono state rapite. La flottiglia non ha infranto leggi. La vera illegalità risiede nel blocco israeliano di Gaza e nell’uso della fame come arma.” Gli attivisti hanno esortato i loro sostenitori a fare pressione sui propri governi affinché agiscano, chiedendo di interrompere i legami con Israele.

Tra gli attivisti detenuti si trova l’americana Leila Hegazy, che ha condiviso un messaggio video prima della sua cattura, dichiarando di essere stata “rapita dalle forze di occupazione israeliane.” Ha fatto appello al governo degli Stati Uniti affinché cessasse la sua complicità in quello che ha definito genocidio del popolo palestinese e ha chiesto il ritorno sicuro di tutti i lavoratori umanitari coinvolti nella missione.

Ripercussioni legali e diplomatiche

L’esperto legale Hassan Jabareen, direttore del centro legale Adalah, ha sollevato preoccupazioni riguardo al destino degli attivisti. Ha affermato che potrebbero essere espulsi entro 72 ore o presentati a un tribunale entro 96 ore dalla loro detenzione. Storicamente, Israele tende a rilasciare rapidamente gli attivisti per evitare un prolungato scrutinio mediatico.

L’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha indicato che gli attivisti sarebbero stati espulsi al termine di Yom Kippur, il Giorno dell’espiazione ebraico.

Reazioni internazionali

Il Ministero degli Affari Esteri turco ha condannato le azioni israeliane come un “atto di terrorismo” e una significativa violazione del diritto internazionale, dichiarando che stanno adottando misure per garantire il rilascio immediato dei cittadini turchi detenuti e di altri passeggeri. Analogamente, il Ministro degli Affari Esteri italiano Antonio Tajani ha discusso l’operazione in televisione, notando che il processo di intercettazione era previsto durasse alcune ore, con le imbarcazioni che sarebbero state trainate ad Ashdod e gli attivisti avrebbero affrontato l’espulsione poco dopo.

Secondo gli organizzatori, almeno tre navi della Global Sumud Flotilla, composta da 44 imbarcazioni e circa 500 partecipanti, sono state intercettate a circa 70 miglia nautiche (130 km) dalla costa di Gaza. Il Ministero degli Affari Esteri israeliano ha confermato tramite un post su X che diverse navi sono state fermate con successo e che i passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano.0