Di origini milanesi, prima di collaborare con GialloZafferano, noto food media brand, Manuel ha lavorato per dieci anni in un negozio di strumenti musicali per poi lasciare tutto e viaggiare, offrendo lezioni di cucina e di musica in cambio di ospitalità. Al suo rientro in patria, il prestigioso magazine gastronomico lo nota subito: nei video che Manuel pubblica per mostrare le proprie ricette risulta subito evidente tutta la sua carica espressiva, la grinta e la passione, sia in cucina che nelle scelte musicali.
Dal 2012, oltre che iniziare la sua collaborazione con GialloZafferano, ha così iniziato ad avere una presenza molto attiva anche sui social, in particolare su Instagram, dove ora raggiunge i 95mila followers. È qui che ha iniziato a sviluppare il suo profilo Manu Cook and Rock, un esempio di successo che parte dal cuore e dalle passioni più sincere di Manuel.
Tra musica e cucina, il percorso di Manuel
L’equilibrio tra le sue diverse passioni non è stato frutto del caso, ma il risultato di un percorso costruito con determinazione e consapevolezza.
Il tuo progetto unisce cucina e musica: come si è sviluppata questa idea e cosa significa per te “Cook & Rock”?
Prima di indossare il grembiule e affilare coltelli suonavo in giro per l’Italia con la mia Fender Stratocaster. Penso che musica e cucina siano due mondi paralleli fatti di suoni, colori e gusti che vanno bilanciati sapientemente.
Sei un cuoco autodidatta: qual è stato il tuo percorso, da dove sei partito e cosa ti ha motivato?
Quando sono andato a vivere con la mia fidanzata dell’epoca mi ritrovai davanti ai fornelli senza nemmeno saper fare un sugo di pomodoro. Allora ho cominciato a seguire Jamie Oliver e il suo programma “Jamie at Home”, in questo modo ripassavo il mio inglese e nel frattempo lo copiavo con risultati più o meno soddisfacenti. Anche grazie a GialloZafferano ho capito che preparare la besciamella in casa era meglio di quella comprata al supermercato.
In che momento hai capito che “Manuel cuoco” era più forte di “Manuel musicista”? È stata una scelta o un’esplosione naturale?
L’ho capito quando ero più preoccupato dei lievitati in frigo che delle corde vecchie della chitarra da cambiare. È stata una selezione naturale senza forzature, quello che mi lascia a livello di sensazioni una serata a suonare, però non è paragonabile ad una serata come chef privato. Gli applausi del pubblico, il sound check o soltanto la birretta con il gruppo prima del live sono situazioni uniche e non paragonabili.
Come riesci a bilanciare vita da papà, passione per la musica, cucina e presenza sui social?
Ci sono settimane senza che posti niente, non mi va di pubblicare se non ho niente da dire. Il tempo che dedico a Cristian e Leonardo è alla sera e durante il week end, quindi per il mio profilo rimane ben poco.
Se non potessi più cucinare né suonare, con quale nuova arte ti reinventeresti e perché?
Mi piacerebbe fare da cavia come tester per hotel/villaggi nel mondo. Io in pratica sarei in incognito per conto di tal dei tali agenzia di viaggio; assaggio il cibo, conosco lo staff, tutto però come se fossi un normale cliente. Poi torno e racconto cosa va e cosa non va in quel villaggio. Mi sa che esiste già questa figura no?
Manuel in cucina. Sapori esotici e cooking show
I gusti personali e i desideri mai raccontati del cuoco. Conosciamo meglio il sorriso che c’è dietro le virali video-ricette.
Come è nata la collaborazione con GialloZafferano? Hai un rituale personale – anche assurdo – che fai prima di iniziare a girare un video per GialloZafferano?
Con il mio gruppo abbiamo girato un videoclip a scopo di beneficenza proprio a GialloZafferano, nella sede vecchia. Nella cover di “All I Want for Christmas is You” c’è Sonia che ci dirige in cucina. L’ho conosciuta lì e le ho subito detto che volevo lavorare per lei e così è stato.
Qual è il piatto che ti rappresenta di più?
Riso saltato con pollo e gamberi. Sapido, dolce, piccante, croccante e agrumato. Lo mangerei ogni giorno.
Quali sono gli errori più comuni che la gente fa quando si cimenta con impasti e lievitazioni?
Troppa fretta di ottenere prodotti da forno perfetti. I social ci fanno credere che ormai nessuno sbagli più, invece dietro una focaccia giusta ci sono tanti errori.
C’è un ingrediente che detesti, che non useresti mai nemmeno sotto tortura?
L’alloro. Sento il suo odore a chilometri di distanza. Odio vero.
Se dovessi cucinare per un artista rock famoso, chi sarebbe e cosa prepareresti?
Preparerei a David Gilmour, secondo me il più grande chitarrista nell’universo, dei biscottini e un buon the all’inglese. Ma penso che non parlerei perché sarei immobilizzato dall’emozione.
Se ti offrissimo una settimana per cucinare in una location folle (una nave, un monastero, un festival), dove andresti e cosa prepareresti?
Mandatemi a Glastonbury così posso coronare due sogni. Uno che è quello di partecipare a quel festival, e due di preparare dei panini per migliaia di persone. Magari migliaia son troppe però eh!
Quali sono i tuoi obiettivi futuri? Hai in programma nuovi progetti o collaborazioni? Hai mai pensato a un progetto tuo fuori da GialloZafferano? Se sì, puoi spoilerare il titolo o il concept?
Mi piacerebbe tanto portare nei locali un concept di cooking show mentre la band sotto suona al ritmo della canzone.