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**Mattarella: 'disarmare animi e parole per costruire pace, no assuefazione a guerre'**

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Roma, 14 ott. (Adnkronos) - Il cessate il fuoco in Medio Oriente rappresenta "'una scintilla di speranza' che va sostenuta con convinzione", ma "l’aggressione russa su larga scala in Ucraina, a distanza di quasi quattro anni, continua a mietere vittime civili innumerev...

Roma, 14 ott. (Adnkronos) – Il cessate il fuoco in Medio Oriente rappresenta "'una scintilla di speranza' che va sostenuta con convinzione", ma "l’aggressione russa su larga scala in Ucraina, a distanza di quasi quattro anni, continua a mietere vittime civili innumerevoli. Sono soltanto due dei principali scenari di guerra, quelli a noi più vicini", perchè "ìl numero dei conflitti e delle crisi umanitarie in corso è purtroppo più alto", con il rischio che "di fronte a tanta efferatezza parte dell’opinione pubblica rimanga come assuefatta, che la sofferenza di milioni di esseri umani non scuota più le coscienze".

Per questo "non aspiriamo soltanto a una interruzione nelle violenze: non possiamo sentircene appagati. Aspiriamo a una condizione che faccia riprendere ai popoli uno stabile percorso di pace e di collaborazione nella vita del mondo". Insomma, come aveva detto nel messaggio di fine anno del 2023, "non è sufficiente far tacere le armi", occorre "educare alla pace". Il presidente della Repubblica torna a ribadirlo incontrando al Quirinale papa Leone XIV, parlando dinanzi alle alte cariche dello Stato e della Chiesa.

Il Capo dello Stato ricorda le parole di Pio XII, "nel suo storico messaggio del Natale 1944", quando affermò che "l’ordine democratico include l’unità del genere umano e –come disse- 'da questo principio deriva l’avvenire della pace'. Si tratta di un appello a bandire per sempre la guerra come mezzo per risolvere le controversie. Un appello che, attraverso il magistero dei Pontefici che si sono susseguiti da allora ad oggi, trova" nell'attuale Papa "un nuovo instancabile messaggero, come dimostra il Suo primo intervento dalla Loggia delle Benedizioni. Una pace –come Ella ha sottolineato– che 'comincia da ognuno di noi': per questo -scandisce Mattarella- è così essenziale disarmare gli animi e disarmare le parole".

"In questo -avverte il presidente della Repubblica- una responsabilità specifica spetta ai decisori politici e a quanti influenzano l’opinione pubblica, nel rifuggire dall’esaltazione dei contrasti piuttosto che nel coltivare dialogo e reciproca comprensione".

Premessa indispensabile è però coltivare una cultura della pace, perchè quella "vera, duratura, risiede nell’animo dei popoli. Diversamente, sotto la cenere della fine delle violenze cova il rancore, pronto a divampare nuovamente alla prima occasione che possa essere sfruttata, per rendersi conto allora che la fine delle violenze si trasforma, purtroppo, in una parentesi tra due esplosioni".

"A fare le spese di un mondo nel quale la convivenza pacifica è messa così in pericolo, sono sempre i più vulnerabili, soprattutto bambini e giovani. Non è accettabile che venga sottratto il futuro a intere generazioni. Spesso -sottolinea poi Mattarella- a pagare un prezzo alto nelle guerre sono le comunità cristiane, prese di mira per il ruolo di stabilizzazione e di moderazione che tradizionalmente esercitano, in particolare nel Vicino Oriente".

Non solo. Il Capo dello Stato insiste ricordando "l'indispensabile trasformazione di mentalità" che "sollecita" la recente esortazione apostolica di Leone XIV 'Dilexi te'. "Interpellano le coscienze i richiami di Vostra Santità alla povertà dei molti, come esito di ingiustizie interne e di squilibri internazionali; così come i richiami alla necessità di sviluppare un nuovo umanesimo, di fronte alla sfida dell’intelligenza artificiale, e l’incessante Sua esortazione alla ricerca di autentici percorsi di riconciliazione".

"Punti di riferimento chiari e coinvolgenti, tesi a realizzare società umane nelle quali il rispetto dei diritti di ciascuno, il contemperamento delle disparità, l’uguaglianza nelle possibilità siano cardine per il perseguimento del bene comune. Non vogliamo arrenderci -scandisce il Capo dello Stato- alla prospettiva di una società dominata da oligarchi o, meglio, da privilegiati, in base al censo, alla spregiudicatezza, all’indifferenza verso gli altri, che si profila rimuovendo i valori di uguaglianza, di solidarietà, di libertà".

Sfide di fronte alle quali, conclude Mattarella, "la solidità del rapporto con la Chiesa cattolica ha significato per l’Italia –e tengo a ricordarlo in questa occasione– un rafforzamento del patrimonio vitale e indivisibile dell’unità nazionale, accrescendo la coesione del nostro popolo, contribuendo alla consapevolezza della responsabilità che ciascuno reca verso la comunità in cui vive. La Chiesa cattolica ha svolto e continua a svolgere un’azione mirabile a sostegno delle frange più deboli della popolazione". (di Sergio Amici)