> > **Mo: su piano pace intesa Parlamento, ma resta scontro Meloni-opposizioni**

**Mo: su piano pace intesa Parlamento, ma resta scontro Meloni-opposizioni**

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Roma, 2 ott. (Adnkronos) - Un doppio registro. Uno a livello parlamentare dove la maggioranza crea le condizioni per un'intesa con le opposizioni presentando una risoluzione 'secca' sul piano di pace per Gaza. E uno fuori dal Palazzo con le parole di Giorgia Meloni da Copenaghen a ten...

Roma, 2 ott. (Adnkronos) – Un doppio registro. Uno a livello parlamentare dove la maggioranza crea le condizioni per un'intesa con le opposizioni presentando una risoluzione 'secca' sul piano di pace per Gaza. E uno fuori dal Palazzo con le parole di Giorgia Meloni da Copenaghen a tenere alto lo scontro con le opposizioni. Fanno "un'altra scelta rispetto alla pace.

Mi sarei aspettata -dice la premier- che i sindacati almeno su una questione che reputavano così importante" come Gaza "non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì. Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme".

Un attacco alla vigilia dello sciopero convocato per domani che inevitabilmente scalda l'aula di Montecitorio dove stamattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito su Gaza. "Giù le mani dal diritto di sciopero e dai diritti dei lavoratori", avverte Elly Schlein rivolgendosi a Meloni. La premier poteva dire "che quei compatrioti che si trovano sulla Flotilla avranno piena protezione diplomatica perché non rappresentano un pericolo o una minaccia per Israele. E' quello che ha detto ieri Pedro Sanchez mentre a pochi metri di distanza Meloni insultava gli attivisti. Presidente Meloni, molli la clava e provi a fare la Presidente del Consiglio di questo Paese".

E poi Giuseppe Conte: "Meloni non si pone il problema di chi ha responsabilità degli scioperi e delle manifestazioni? Forse nei libri di storia gli scioperi, i cortei e la missione Flotilla ci salveranno l'onore". Il Pd domani sarà in piazza per lo sciopero e Conte sarà anche alla manifestazione convocata per sabato a Roma.

Nel merito del voto di oggi in Parlamento le forze politiche si sono così articolate. Le opposizioni hanno presentato 5 risoluzioni: una unitaria di Pd, Avs e M5S. E poi 3 distinte di Iv, Più Europa e Azione (che ha sottoscritto anche il testo della maggioranza sul piano Trump). Il centrodestra ha presentato due risoluzioni: una sul riconoscimento 'condizionato' della Palestina (liberazione degli ostaggi e Hamas fuori dal futuro governo palestinese, come aveva annunciato Meloni) e una stringata sul sostegno al piano Trump. La prima è stata approvata con il voto contrario delle opposizioni. Sulla seconda non ci sono stati voti contrari, le opposizioni si sono astenute. "Ho lavorato per l'astensione, credo che sia stato un passo in avanti importante, un passaggio positivo", ha commentato il dem Lorenzo Guerini che da subito si è schierato per non respingere il piano Trump.

Ma al di là del piano di pace su cui il Parlamento ha trovato un'intesa, sulla questione Gaza le distanze restano ampie. Dal riconoscimento della Palestina alla Flotilla e le manifestazioni in corso nel Paese. Contrapposizioni nette. Le opposizioni respingono al mittente la richiesta della premier Meloni di una condivisione in Parlamento delle posizioni della maggioranza. "Il vostro appello all'unità suona ridicolo. Ma a quale unità vi appellate? Possiamo condividere il vostro operato? Ci espone alla vergogna storica", attacca Conte.

E poi Schlein: "Giorgia Meloni anche oggi è andata all'estero ad attaccare le opposizioni e ad attaccare gli attivisti della flottiglia. A lei voglio dare un messaggio molto semplice. Nelle pagine più buie della storia non resterà scritto ciò che non avete fatto pur avendone il potere, ma ciò che avete lasciato accadere. Con quale ipocrisia venite qui a fare finti appelli all'unità mentre Meloni con la clava ci accusa di essere contro la pace? Dove si parla di pace noi ci siamo e ci siamo sempre stati. Voi per parlare di pace avete aspettato il permesso di Trump".

Per Pd, M5S e Avs qualsiasi piano di pace non può non prevedere il riconoscimento dello Stato di Palestina. Senza condizioni. Lo dice Schlein così: "Noi speriamo, voglio essere chiara, che questo accordo si faccia al più presto perché bisogna fermare i crimini di Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania e dare sollievo immediato ai palestinesi, ma per noi il percorso pace è indivisibile dal riconoscimento dello Stato palestinesi e noi chiediamo il pieno riconoscimento di uno Stato di Palestina perché anche i palestinesi come gli israeliani hanno diritto a esistere e vivere in pace e in sicurezza in uno Stato che sia loro riconosciuto".

Lo ribadiscono anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli per Avs: “Il piano di Trump non è un piano di pace. Tutto ciò che può interrompere anche solo per un momento la carneficina è benvenuto, ma -sottolinea Fratoianni- la pace è altra cosa. Non esiste pace in Palestina e Israele senza il riconoscimento incondizionato dello Stato palestinese".

Più Europa ha votato a favore della risoluzione di maggioranza sul piano Trump ma, puntualizza Riccardo Magi, "non significa che noi sosteniamo questo governo: significa che noi oggi dobbiamo credere trasversalmente a questa possibilità e lo facciamo stigmatizzando ancora una volta le parole della presidente Meloni, che purtroppo riporta sempre al piccolo scontro politico italiota questioni che sono più grandi di noi e anche più grandi di lei".